A me il dito, a me gli occhi

A me il dito, a me gli occhi

Sony vuole sbloccare cellulari e PC con il tocco di un dito: quello che conta è il sangue che ci scorre dentro. Altri invece puntano tutto su un PIN mischiato a geroglifici
Sony vuole sbloccare cellulari e PC con il tocco di un dito: quello che conta è il sangue che ci scorre dentro. Altri invece puntano tutto su un PIN mischiato a geroglifici

Da tempo vari produttori vedono nei dispositivi di riconoscimento biometrico il futuro dei dispositivi di identificazione personale. Alle ricerche già compiute in materia va ad aggiungersi una nuova tecnologia ideata da Sony, basata su un sistema in grado di identificare le vene presenti all’interno delle dita umane. E non solo: per molti, password e PIN ormai hanno i giorni contati.

un disegno del dispositivo Il sistema dell’azienda nipponica, denominato Mofiria è costituito da una serie di led il cui scopo è quello di illuminare il dorso del dito. L’immagine che ne segue viene quindi decodificata da un piccolo sensore CMOS che ne valuterà la somiglianza con l’immagine autentificata all’accesso. Il tempo di identificazione sembra essere molto breve, grazie ad un algoritmo speciale ideato da Sony: 0,015 secondi se il calcolo viene effettuato dalla CPU e 0,25 secondi se, invece, il dispositivo viene posto su un device mobile.

La decisione di utilizzare proprio le vene è tutt’altro che casuale, poiché la loro struttura sarebbe diversa non solo da un individuo all’altro ma anche da dito a dito. Inoltre, la loro forma non è soggetta a modifiche con il passare degli anni. Nei progetti di Sony per il dispositivo, le cui dimensioni sono davvero minime, vi sarebbe infatti l’intenzione di integrarlo sui dispositivi più disparati, notebook e smartphone su tutti. A tal proposito l’azienda ha espresso, nel comunicato stampa relativo alla nuova tecnologia, l’intenzione di commercializzare il prodotto finito entro l’anno fiscale 2009.

Il dispositivo in sé sembra riprendere i progetti iniziati già nel 2005 da parte di Hitachi e Fujitsu , con l’annuncio della progettazione di scanner basati sulla stessa tecnologia: la differenza sostanziale potrebbe essere nel prezzo , dal momento che Sony si dichiara disposta a veder proliferare la nuova tecnologia su diverse piattaforme.

Sempre in materia di dispositivi di identificazione, anche il classico PIN potrebbe subire un restyling volto a migliorarne la sicurezza: PINoptic , azienda che opera nel settore della sicurezza per i dispositivi di autenticazione e di accesso ai sistemi, ha di recente annunciato la creazione di un nuovo software il cui scopo sarebbe quello di aumentare la sicurezza del “vecchio” PIN di ben 37 volte.

Il dispositivo , pensato soprattutto per l’e-banking, piuttosto che basarsi sulla classica combinazione a 4 o più cifre utilizza un sistema basato su numeri, immagini e colori: quando viene richiesta l’autorizzazione all’accesso, l’utente vede comparire sullo schermo il particolare tastierino formato da numeri e simboli, la cui disposizione è casuale di volta in volta. Per autentificare l’accesso l’utente dovrà quindi decifrare la sequenza numerica che corrisponde alla sequenza esatta memorizzata nella propria mente. La diversa disposizione dei simboli permette di volta in volta di generare un nuovo codice. A questo punto, per autorizzare il tutto, basta inviare un SMS al server del sistema con il nuovo codice.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il 4 feb 2009
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