Accessibilità, scontro in Parlamento?

Accessibilità, scontro in Parlamento?

Il ministro Stanca propone le sue regole per una legge che garantisca accessibilità. Ma non piace ai sostenitori della proposta già depositata in Parlamento, la Campa-Palmieri. Il balletto degli articoli
Il ministro Stanca propone le sue regole per una legge che garantisca accessibilità. Ma non piace ai sostenitori della proposta già depositata in Parlamento, la Campa-Palmieri. Il balletto degli articoli


Roma – Non c’è solo una proposta di legge in Italia che intenda spingere per l’accessibilità delle tecnologie e di internet. Da venerdì, infatti, ce ne sono due che esprimono visioni simili, ma sono diverse su alcuni nodi fondamentali. Si rischia dunque in Parlamento uno scontro su entrambe le proposte, quella presentata dal ministro Stanca e quella presentata in precedenza dai parlamentari Campa-Palmieri, scontro che potrebbe provocare ritardi nell’approvazione di una legge coerente con il problema accessibilità.

Non lo ha nascosto Roberto Scano, di IWA, che si è detto sorpreso per la decisione del ministro di non appoggiare la Campa-Palmieri ma di presentare una proposta tutta sua. “Ci troviamo ad un bivio – ha dichiarato Scano, uno dei “promotori” della Campa-Palmieri – Da un lato un esempio di e-democracy e standardizzazione e dall’altro un disegno di legge governativo che di fatto chiede un atto di fede”.

Scano dichiara di apprezzare lo sforzo di Stanca ma ritiene il testo presentato dal Ministro “pericolosamente lacunoso sotto l’aspetto principale e cioè il recepimento degli standard internazionali definiti dal W3C per l’ accessibilità al Web. Nel documento presentato risulta che la facoltà di definizione delle raccomandazioni e delle relative modalità di applicazione e controllo spetta inderogabilmente al ministro per l’innovazione tecnologica: una tale modalità normativa, senza definire dei chiari punti di riferimento risulta inapplicabile in quanto di fatto si pone in contrasto con il principio di universalità della rete, che consente a chiunque di accedervi con qualsiasi tecnologia rispettando gli standard internazionali”.

Come si ricorderà la proposta Campa-Palmieri è stata lungamente promossa in rete da IWA e successivamente anche dall’associazione Puntoit, fino a raggiungere un vasto consenso tra gli esperti di tecnologie assistive e di accessibilità. Un percorso che Stanca non ha evidentemente seguito, decidendo di proporre un proprio progetto anziché eventuali modifiche ed aggiunte alla proposta Campa-Palmieri.

Proprio Puntoit ha tentato in una nota di gettare acqua sul fuoco spiegando di sperare che nel dibattito parlamentare la proposta di Stanca, che è peraltro quella destinata con ogni probabilità a procedere più speditamente, possa essere integrata.

Intanto sulla mailing list Humana si ironizza sulla pagina delle risorse dell’accessibilità della Presidenza del Consiglio. Una pagina che non solo esclude alcune risorse importanti, tra cui la stessa Humana, ma che al primo e quarto link dimostra, mentre scriviamo, una certa scarsa considerazione dell’accessibilità del web…

Di seguito le caratteristiche essenziali del progetto Stanca.


Come annunciato di recente, uno dei punti fondamentali della normativa presentata dal Ministro è nell’erogazione del “bollino blu”. Un bollino che sarebbe rilasciato da un sistema di validazione dei siti internet simile a quelli già attivati dal W3C e che, secondo il progetto, è un “titolo di benemerenza” che i webmaster potranno utilizzare anche a fini promozionali e pubblicitari.

Altro nodo fondamentale, peraltro già affrontato nella proposta Campa-Palmieri, è invece quello dell’obbligatorietà della rimozione delle barriere tecnologiche all’accesso dei servizi pubblici in rete, vale a dire al rapporto telematico e tecnologico del cittadino con la pubblica amministrazione.

Il disegno di legge Stanca, promosso dal ministro insieme ai colleghi dei ministeri della Comunicazione, delle Pari Opportunità, della Funzione Pubblica, dell’Economia e Finanze, del Lavoro e Politiche Sociali, punta quindi prima di tutto al rendere accessibili i siti internet ma anche i prodotti telematici, parlando esplicitamente di “accessibilità informatica” e “tecnologia assistiva”.

Illustrando alcuni dei punti principali del disegno di legge, Stanca ha spiegato che per gli enti pubblici che acquistano materiale informatico sarà oggetto di adeguata considerazione nella valutazione dell’offerta tecnica il criterio dell’accessibilità, ossia la possibilità di erogare servizi e fornire informazioni fruibili senza discriminazioni derivanti da disabilità.

Le amministrazioni pubbliche, tra l’altro, non potranno stipulare contratti per la realizzazione o la modifica di siti Internet se gli stessi non rispetteranno i requisiti di accessibilità contenuti in un successivo decreto della presidenza del Consiglio che stabilirà anche i diversi livelli di accesso, le metodologie tecniche e i relativi programmi di valutazione per la verifica della stessa accessibilità.

Per i privati, invece, contributi pubblici all’acquisto di materiale informatico saranno erogati con il principio che “il possesso dei requisiti di accessibilità costituirà criterio preferenziale e condizione necessaria quando il materiale sia specificamente destinato ai disabili”. “Questo – ha spiegato Stanca – comporterà l’effetto positivo di indurre la pubblica amministrazione a verificare, prima della concessione del contributo, che il materiale informatico sia effettivamente adeguato all’uso che dovrà farne il lavoratore disabile”.

E se la PA dovrà mettere a disposizione il necessario al disabile impiegato dalla PA stessa, nelle materie di studio dei pubblici dipendenti sarà inserita anche l’accessibilità.

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Pubblicato il
7 apr 2003
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