AMD, lo chiamavano Bulldozer

AMD, lo chiamavano Bulldozer

3,5 gigahertz, processo produttivo a 32 nm e un Turbo Core di seconda generazione, per le nuove CPU su cui scommette Advanced Micro Devices
3,5 gigahertz, processo produttivo a 32 nm e un Turbo Core di seconda generazione, per le nuove CPU su cui scommette Advanced Micro Devices

Advanced Micro Devices sta preparando un vero e proprio Bulldozer con cui spianare la concorrenza. Durante l’International Solid-State Circuits Conference di San Francisco nuovi emersi nuovi dettagli sulle prestazioni di questa architettura basata su moduli CPU dual-core, per computer desktop ad alte prestazioni, server e workstation.

Il chipmaker si dichiara molto soddisfatto dei risultati ottenuti riprogettando la FPU (Floating Point Unit), quella parte del processore specializzata nei calcoli in virgola mobile.
Le CPU Bulldozer, realizzate con processo produttivo a 32 nanometri SOI, punteranno soprattutto a ridurre il consumo energetico e saranno compatibili con il socket delle nuove piattaforme server G34.

AMD ha lasciato intendere che il core della versione Orochi sarà in grado di operare al di sopra dei 3,5GHz, con la complicità del Turbo Core 2.0 che aumenterà le frequenze secondo il numero dei core sotto carico, restando comunque dentro il TDP massimo dichiarato. Le CPU saranno anche dotate di funzione Power Gating, in grado di spegnere selettivamente ciascun core X86 per risparmiare le forze.

Ogni modulo dual-core di Bulldozer sarà dotato di 213 milioni di transistor e 2 megabyte di cache L2, in una superficie di soli 31 mm. La condivisione di certe risorse (istruzioni fetch, FPU, cache L2 e unità di decodifica) tra i vari moduli consentirà di aumentare le prestazioni. Inizialmente, l’architettura AMD prevede di unire quattro moduli per arrivare a 8 core fisici ma più avanti arriveranno anche gli Opteron “Interlagos” con 12 e 16 core.

Roberto Pulito

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Pubblicato il
1 mar 2011
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