Anche Mozilla gioca a fare gli OS

Anche Mozilla gioca a fare gli OS

La casa del Panda Rosso dà il la a un nuovo, ambizioso progetto: un sistema operativo basato interamente sul web. Assomiglia a Chrome OS ma è basato su Android. Quello che serve per l'open web?
La casa del Panda Rosso dà il la a un nuovo, ambizioso progetto: un sistema operativo basato interamente sul web. Assomiglia a Chrome OS ma è basato su Android. Quello che serve per l'open web?

Incurante di chi la accusa di correre dietro a Google e la sua maniacale tendenza all’upgrade, le nuvole telematiche e la velocità a tutti i costi, Mozilla si avvia ancora una volta a replicare uno degli ultimi progetti telematico-informatici di Mountain View: la mamma di Firefox vuole sviluppare un sistema operativo basato su tecnologie web, destinato al mercato mobile ma capace anche di andare oltre.

Boot to Gecko (BTG), questo il nome del nuovo progetto per un Mozilla-OS, ha come obiettivo fondamentale quello di “realizzare un sistema operativo completo e stand-alone per l’open web”, una tecnologia che dovrebbe idealmente “sostituire gli stack proprietari dei singoli fornitori per lo sviluppo di applicazioni”.

In BTG le applicazioni costruite con tecnologie web (HTML, CSS, JS e via elencando) gireranno in maniera indistinguibile rispetto alle app pensate per essere eseguite in locale . L’OS Mozilla ricalca in maniera fedele quelli che sono i principi costitutivi di Chrome OS, ma è pensato soprattutto per il mercato mobile – smartphone e tablet – ed è parzialmente basato su Android.

Gli obiettivi di BTG sono ambiziosi, ma al momento di concreto c’è ben poco tranne la volontà degli ingegneri Mozilla che hanno dato il via al progetto: prima di tutto occorrerà creare API in grado di interfacciarsi – a partire dal kernel Android – con le funzionalità base dello smartphone come telefonia, SMS, fotocamera, porte USB, Bluetooth, comunicazioni NFC.

Una volta portato a maturazione il codice delle API fondamentali, dicono gli ingegneri Mozilla, le app web dovrebbero funzionare in maniera indistinguibile da quelle native. Per quanto riguarda l’adozione concreta dell’OS da parte dei grandi produttori, infine, la storia è ancora tutta da scrivere.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
26 lug 2011
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