Antitrust, iPod uniti contro Apple

Antitrust, iPod uniti contro Apple

Abbracciato lo status di class action, la denuncia per abuso di posizione dominante contro la Mela vorrebbe coinvolgere tutti i possessori del player multimediale. Nel mirino c'è sempre la tecnologia DRM FairPlay
Abbracciato lo status di class action, la denuncia per abuso di posizione dominante contro la Mela vorrebbe coinvolgere tutti i possessori del player multimediale. Nel mirino c'è sempre la tecnologia DRM FairPlay

Aveva ottenuto lo status di class action nel novembre 2011, intentata contro FairPlay , il software proprietario sviluppato da Apple per il sistema Digital Rights Management (DRM) su vari modelli di iPod. La causa legale contro il gigante di Cupertino vuole ora abbracciare tutti gli acquirenti nel periodo compreso tra il settembre 2006 e il marzo 2009 .

Una missiva elettronica è infatti pervenuta a tutti i possessori del player multimediale della Mela – dal modello standard ai vari Nano, Shuffle, Touch – richiedendo l’eventuale coinvolgimento nella causa collettiva contro il colosso di Cupertino. Accusato di aver violato le leggi federali sull’antitrust e sulla libera competizione .

La controversia era partita dalla distribuzione di Harmony , tecnologia software realizzata da RealNetworks, società con base a Seattle. Che avrebbe permesso a tutti gli utenti registrati di scaricare un qualsiasi brano per poi trasferirlo su dispositivi multimediali portatili come iPod . Per l’azienda di Cupertino sarebbe stato un vero disastro.

Il blocco da parte della Mela non era andato giù a utenti di iTunes come Thomas Slattery, che aveva denunciato l’azienda per abuso di posizione dominante sul mercato. Gli avvocati ora coinvolti nella class action hanno messo in piedi il sito web ipodlawsuit.com , per raccogliere tutto il materiale informativo a disposizione dei possessori di iPod.

Gli acquirenti avranno dunque due possibilità . Scegliere di non fare alcunché e di conseguenza abbracciare la causa collettiva per – eventualmente – dividersi il ricavato dalla sanzione per danni. Oppure chiedere esplicitamente di non essere inseriti nella class action per – sempre eventualmente – avviare una causa singola contro il gigante di Cupertino.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
11 mag 2012
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