Apple, Tim Cook e i segreti di Pulcinella

Apple, Tim Cook e i segreti di Pulcinella

di D. Galimberti - Il CEO a parole professa la totale aderenza ai dettami di segretezza del suo predecessore. Ma pare più rilassato al riguardo. La verità è che Cupertino in questa perenne attenzione ci sguazza
di D. Galimberti - Il CEO a parole professa la totale aderenza ai dettami di segretezza del suo predecessore. Ma pare più rilassato al riguardo. La verità è che Cupertino in questa perenne attenzione ci sguazza

Ho già parlato diverse volte di come Apple sia particolarmente attenta a non far trapelare notizie su dispositivi e prodotti di prossima uscita, quantomeno non per via ufficiale e apparentemente nemmeno attraverso le cosiddette “gole profonde” o le fughe di notizie: senza tirare in ballo il tragico concatenarsi di eventi che portò al suicidio il dipendente Foxconn accusato di aver trafugato alcuni esemplari di iPhone 4, basti pensare a tutti quei casi in cui Apple ha fatto rimuovere immagini “non autorizzate” da alcuni siti o blog.

A tal proposito ci si potrebbe porre quache domanda tra cui: “perché Apple presta così tanta attenzione ai propri segreti?”, oppure “davvero Apple è così intransigente o se siamo solo di fronte ad un comportamento di facciata?”, o ancora “sotto la nuova guida di Tim Cook, cambieranno le cose?”.

Per quanto riguarda quest’ultima domanda, la risposta l’ha data lo stesso Tim Cook nel corso della recente intervista all’ All Things D , intervista nella quale (tra le molte altre cose) ha dichiarato che Apple intende raddoppiare gli sforzi di sicurezza intorno ai propri prodotti: sarà vero? Tentiamo di dare una risposta a questa e alle altre domande.

La prima domanda offre diversi spunti di riflessione, sia per il diverso atteggiamento tenuto da altre aziende del settore, sia per le ripercussioni che ritroviamo spesso nelle news. Mentre alcuni concorrenti approfittano di fiere ed esposizione per presentare in anteprima i loro prodotti futuri (presentazioni che in realtà, nemmeno troppo raramente, si traducono poi in un nulla di fatto) Apple ha deciso di disertare qualsiasi manifestazione di questo tipo per concentrare i propri sforzi su eventi organizzati ad-hoc e annunciati solo pochi giorni prima della data stabilita. Questa decisione porta con se diversi vantaggi: prima di tutto non costringe Apple ad avere necessariamente “qualcosa di nuovo” per ogni manifestazione, con possibile doppio rischio di delusione da parte del pubblico (delusione se nel corso della manifestazione non viene presentato nulla e delusione se i prototipi presentati non arrivano alla produzione vera e propria); poi consente ad Apple di evitare che le notizie relative ai propri prodotti si perdano nel turbinio di news che tipicamente si generano nel corso di questi eventi: molto meglio un evento più in piccolo ma “esclusivo” che concentri l’attenzione della stampa solo su quello. Anche questa soluzione non è esente da rischi di flop: organizzare un evento specifico per presentare qualcosa che non riesce ad avere l’impatto previsto sul pubblico, significa concentrare su di se notizie negative.

Lo sa benissimo RIM, che alla presentazione del suo ultimo prodotto non ha riscosso pareri entusiasmanti , nonostante qualche giorno prima (in veste anonima) avesse attirato l’attenzione dei media con uno spettacolo di gusto discutibile nei pressi di un’Apple Store australiano. Lo sa bene anche Apple, che in queste occasioni non sempre riesce a catalizzare l’interesse dei propri utenti, soprattutto lo zoccolo duro che vorrebbe maggiori novità nel settore computer anziché continui aggiornamenti dei device iOS. In ogni caso, l’organizzazione di eventi ad-hoc presuppone che l’oggetto della presentazione sia qualcosa di unico e mai visto- prima, da cui la necessità di mantenere un certo livello di segretezza: che interesse potrebbe suscitare un’evento speciale organizzato per presentare qualcosa di cui si conosce già tutto?

Questo però non è l’unico motivo che spinge Apple a questo comportamento: mantenere un “alone di mistero” contribuisce a caratterizzare la propria immagine anche a livello di marketing e soprattutto offre un piccolo vantaggio rispetto alla concorrenza. Sotto questo aspetto la posizione di Apple è quantomento singolare in quanto, in veste di unico produttore di Mac e di device iOS, si trova a fronteggiare i propri avversari in un campo separato. Parlando per esempio di smartphone, il suo concorrente principale è Android, sistema che però non ha una sua identità ben precisa: la sua natura open fa si che ogni produttore lo personalizzi a piacere, e tutti i costruttori che si affidano ad Android cercano di offrire qualcosa in più degli altri (sia a livello hardware che di gestione del sistema), qualcosa che li renda unici, con conseguenti problematiche di frammentazione .

Apple, pur confrontandosi in un sol colpo sia con Android che con tutti gli altri produttori di hardware, ed essendo quindi costretta a sua volta a cercare di offrire in continuazione qualcosa di migliore, per certi versi “corre da sola” perché ha già un elemento di distinzione rispetto ai contendenti: iOS (nel caso di smartphone e tablet) e OS X (nel caso di computer). Chi vuole utilizzare questi sistemi, o vuole usufruire dell’ecosistema di servizi offerti da Apple, deve necessariamente passare per la casa della mela morsicata. In quest’ottica Apple non ha bisogno di anticipare la presentazione delle proprie novità, anzi, fa bene a tenerle nascoste prima che vengano sfruttate da altri: lo sviluppo di un prodotto Apple, aggioranto tipicamente a cadenza annuale, può durare anche alcuni anni a causa della attenzione maniacale di ogni minimo dettaglio, e una fuga di notizie potrebbe rivelarsi disastrosa.

Chi apprezza iOS (o OSX) e la sua esperienza d’utilizzo, si rivolgerà con tutta probabilità ad Apple anche in futuro, senza preoccuparsi più di tanto delle specifiche tecniche del prossimo iPhone: non è un display da 4 pollici rispetto a uno da 3,5 a fare la differenza, quanto il fatto di scegliere iOS piuttosto che Android (perlomeno nella maggioranza dei casi). Nel mondo Android invece la concorrenza è più spietata e gli annunci di nuovi processori, dispositivi di dimensioni sempre maggiori, o funzioni di alterna utilità si susseguono a ritmi incalzanti in una continua gara a chi presenta “qualcosa di diverso” prima degli altri concorrenti che utilizzano lo stesso sistema.

C’è infine da considerare un’altro aspetto: se la concorrenza offre solitamente un’ampia gamma di prodotti in grado di coprire ogni fascia di prezzo assicurando un frequente ricambio, Apple presenta tipicamente un solo dispositivo per ogni categoria di prodotto (eventualmente con qualche variante) e, come accennato sopra, lo aggiorna statisticamente a cadenza annuale; una fuga di notizie incontrollata e ben precisa sulla data di rilascio del nuovo modello, o su eventuali particolarità delle specifiche tecniche, potrebbe causare forti rallentamenti sulla vendite dell’unico modello a listino (in realtà per iPhone e iPad vengono tenuti in vendita anche i modelli più vecchi come fascia entry-level, ma questo è un altro discorso), rallentamento che parzialmente già avviene perché, se non la data precisa, il periodo di uscita dei nuovi device è grossomodo noto.

Premesso questo, Apple è davvero così attenta a non lasciarsi sfuggire nulla, oppure è un atteggiamento solo di facciata, magari studiato a tavolino? Probabilmente la verità sta nel mezzo: lo stesso Tim Cook, pur ribadendo la volontà di rinforzare le misure di sicurezza volte a mantenere i segreti, ha detto di apprezzare i rumor e il fatto che ci sia tanto interesse intorno all’uscita di ogni nuovo prodotto Apple (e non potrebbe essere diversamente, visto che è tutta pubblicità gratuita). Ma allora dove sta la giusta via di mezzo? La mia impressione è che Apple presti un’attenzione molto elevata in tutte le fasi iniziali della progettazione, quando il prodotto è ancora lontano dall’uscita vera e propria, e quando un eventuale gola profonda potrebbe offrire alla concorrenza delle informazioni molto importanti e potenzialmente utili per anticipare Apple. Quando però il prodotto è già in produzione tenere a bada tutti i fornitori dei vari componenti diventa un’impresa troppo ardua, e tutto sommato l’hype che si genera dalle varie indiscrezioni e dagli innumerevoli siti che cercano di metterle insieme per ipotizzare il risultato finale fanno comodo.

In definitiva, Tim Cook si sforzerà realmente di rafforzare le barriere di segretezza intorno ad Apple? Un primo passo in tal senso l’ha già fatto, pensando ad un bar esclusivo per il nuovo campus, che possa evitare quanto successo nel 2010, quando un paio di mesi prima della presentazione dell’iPhone 4, un dipendente distratto (o, forse, sotto l’effetto di qualche birra di troppo) dimenticò il prototipo del nuovo melafonino (debitamente cammuffato) in un pub a Redwood City. Di contro la nuova guida di Apple pare non dare troppo peso alle indiscrezioni di questi giorni su iPhone 5: notizie sulla quali, in passato, ci sarebbe stato l’intervento dei legali di Cupertino per una pronta rimozione (a meno che il nuovo telefono non venga presentato già nel corso dell’imminente WWDC); allo stesso modo, con tutta probabilità, in passato Apple avrebbe chiesto ad eBay la rimozione dell’asta per un prototipo di iPad con due connettori dock , asta che si è conclusa nei giorni scorsi all’esorbitante cifra di 10.200 dollari.

Tutti segnali che dicono qualcosa di come Tim Cook abbia preso il timone a Cupertino: la rotta seguita assomiglia molto alla precedente, ma il nuovo CEO ci sta mettendo del suo. C’è da augurarsi (per lui) che le scelte che starà compiendo in questi mesi siano effettivamente le migliori possibili per lo sviluppo dell’azienda.

Domenico Galimberti
blog puce72

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Pubblicato il 6 giu 2012
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