Belgio: libertà d'espressione a rischio?

Belgio: libertà d'espressione a rischio?

12.500 euro di multa per Jurgen Verstrepen, esponente del partito regionalista fiammingo Vlaams Belang, bandito dai media nazionali. L'accusa ufficiale: ha usato server oltreconfine per offrire contenuti proibiti
12.500 euro di multa per Jurgen Verstrepen, esponente del partito regionalista fiammingo Vlaams Belang, bandito dai media nazionali. L'accusa ufficiale: ha usato server oltreconfine per offrire contenuti proibiti


Anversa – Un blog censurato dalle autorità è un fatto sicuramente insolito per il panorama europeo. Tuttavia è accaduto in Belgio, nel cuore dell’Unione Europea, dove la commissione di vigilanza sulle comunicazioni delle Fiandre ha comminato una multa da 12.500 euro a Jurgen Verstrepen , esponente del controverso partito regionalista Vlaams Belang .

Opinionista ed agitatore politico, Verstrepen è ben noto all’elettorato fiammingo per aver condotto una popolarissima trasmissione radiofonica chiamata ZwartofWit, Nero o Bianco . Incentrato sul dibattito tra gli elettori del partito regionalista fiammingo, spiccatamente contrario all’immigrazione musulmana, il radio talk-show venne prontamente messo al bando dal territorio nazionale perché considerato “pericoloso per la sicurezza del Belgio”.

Verstrepen decise quindi di sfruttare la natura sovranazionale di Internet per trasferire la sede operativa di ZwartofWit in altri paesi, appoggiandosi ad una infrastruttura radiofonica digitale basata su server inglesi e tedeschi. Il governo belga si adoperò per contrastare anche questa mossa, riuscendo nei suoi intenti ed incastrando la radio digitale per motivi tecnici e burocratici di varia natura.

Per niente scoraggiato, Verstrepen decise di raggiungere i propri affezionati ascoltatori grazie al versatilissimo sistema del podcasting , un canale di comunicazione asincrono e apparentemente svincolato da particolari limitazioni strutturali. Seguito da molti simpatizzanti e curiosi, il podcast raccoglie interventi telefonici di membri del Vlaams Belang riguardo temi particolarmente scottanti: lotta all’immigrazione, tutela dell’etnia belga di lingua olandese e secessione da Bruxelles.

La presenza di Verstrepen sul panorama mediatico belga, insolita e lontana dal territorio di riferimento, ha avuto il peggior effetto possibile sull’amministrazione locale: le autorità sono riuscite ad individuare un precisa violazione delle normative sulla comunicazione politica e sociale.

La diffusione di contenuti audio via Internet, anche se asincrona e condotta su scala internazionale, è stata equiparata ad una qualsiasi attività radiofonica tradizionale sul territorio: una condizione che obbliga al possesso di una apposita licenza , che naturalmente Verstrepen non possiede. Secondo le leggi in vigore nelle Fiandre “non è possibile trasmettere informazioni capaci di sovvertire l’ordine pubblico” e qualsiasi radio deve inoltre “trasmettere dalla regione o da Bruxelles”.

Sono bastati questi tre cavilli per censurare Verstrepen e condannarlo alla chiusura definitiva di ZwartofWit. Il condannato si è dichiarato innocente ed annuncia di voler continuare ad “essere presente su Internet”. “Questa è la morte della libertà d’espressione”, si legge sul blog di Verstrepen, “poiché se un podcast viene equiparato ad una radio e viene regolamentato, allora tutti i blog che fine devono fare?”.

Un futuro di censura centralizzata, alla cinese , si affaccia all’orizzonte dell’Unione Europea politicamente corretta ? “Di questo passo”, giurano alcuni lettori del blog di Verstrepen, “la soluzione cinese sarà l’unica strada possibile per evitare il tutti contro tutti”.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
28 dic 2005
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