Bip Mobile, attesa per una soluzione

Bip Mobile, attesa per una soluzione

AGCOM intima al MVNO, Telogic e H3G di consentire la portabilità e provvedere se possibile alla riattivazione delle linee. Ma le informazioni sui retroscena dicono che la vicenda è più complicata di quanto sembri
AGCOM intima al MVNO, Telogic e H3G di consentire la portabilità e provvedere se possibile alla riattivazione delle linee. Ma le informazioni sui retroscena dicono che la vicenda è più complicata di quanto sembri

La riunione convocata da AGCOM nella giornata di ieri si è chiusa in modo piuttosto interlocutorio: l’Authority ha rilasciato un comunicato in cui ha spiegato di aver caldamente suggerito ai soggetti coinvolti, vale a dire Bip Mobile, H3G e l’enabler Telogic, di provvedere a tutelare i consumatori garantendo la possibilità agli stessi di migrare la propria utenza o riottenere il servizio con le SIM attuali. Di fatto AGCOM ha ribadito l’ovvio , ovvero che situazioni come quella in cui si sono ritrovati 220mila clienti Bip non dovrebbero verificarsi. E ha rimandato ancora a oggi l’intera questione, concedendo altre ore a Bip e compagni per provare a mettersi d’accordo.

Le notizie in questo senso scarseggiano. Stamani in diretta TV su Rai 3 uno dei manager della famiglia Giacomini, il consigliere delegato Gianluca, ha spiegato che One Italia, principale azionista di Bip, si augura di riattivare il servizio entro “24/48 ore” . Tutto a condizione che Telogic collabori, nonostante ci siano in ballo (la cifra precisa emerge ora) all’incirca 6,5 milioni di debiti tra le due aziende – altrove si parla di 8 milioni, ma è probabile che si tratti in entrambi casi di una somma arrotondata. Allo stato attuale pare difficile credere che l’ascia di guerra venga seppellita tanto facilmente, nonostante la presione di AGCOM, e un comunicato apparso sul sito MVNO News potrebbe aiutare a spiegare perché.

Sul complicato rapporto tra Bip e Telogic si è scoperto qualcosa in più: Terra, l’azienda di Arezzo che ha acquisito Telogic dopo le prime difficoltà finanziare dello scorso anno, durante l’estate ha valutato anche l’acquisizione di Bip . Il progetto sembrava essere andato in fumo a settembre, dopo che la revisione dei conti ha mostrato delle crepe, ma le trattative erano proseguite per altri due mesi e dovevano concludersi il 28 novembre: quel giorno i rappresentanti di Terra erano in un ufficio di un notaio di Roma per firmare il passaggio del 100 per cento del pacchetto societario di Bip nelle loro mani, ma nessuno della controparte si è presentato per chiudere la transazione. Questo spiegherebbe anche come mai la faccenda si sia trascinata tanto a lungo, concludendosi con il distacco delle linee proprio un mese dopo, e anche perché oggi ci sia tanta animosità nei rapporti tra i due soggetti. Al contrario di altri MVNO clienti di Telogic , inoltre, al momento non risulta che Bip abbia sottoscritto contratti paracadute per salvaguardare il servizio nel momento in cui l’appoggio del suo enabler fosse venuto meno.

Alla luce di tutto ciò, oggi è ancora impossibile anche solo tentare di pronosticare la conclusione della faccenda. AGCOM dovrebbe aver eliminato il limite di 500 migrazioni giornaliere , dunque le procedure di uscita da Bip verso altri operatori dovrebbero essere più semplici a partire da oggi: chi ha già chiesto il passaggio dovrebbe vedersi accontentato entro pochi giorni. Il credito residuo, esclusi bonus e una cifra minima che per regolamento gli operatori di partenza possono trattenere per coprire le spese, dovrebbe migrare senza problemi.

Gli altri utenti dovranno decidersi come muoversi: se è vero che il passaggio di Bip ai servizi di un altro operatore/enabler è possibile, non si tratterà comunque di una procedura istantanea e priva di complicazioni, dunque a meno che Telogic non riapra i rubinetti ci potrà volere tempo prima che la linea torni . Se poi Bip decidesse di rivolgersi a un altro MNO, ad esempio Wind, tutte le SIM fin qui emesse andrebbero sostituite perché funzionino: e, in ogni caso, cambiare operatore di riferimento non è una procedura che comporti semplicemente lo spegnimento di un apparecchio e l’accensione di un altro, bensì richiede settimane di tempo per rendere compatibili i propri servizi con quelli degli apparati utilizzati. In queste ore si cita come esempio il passaggio, non ancora ufficializzato, di Postemobile da Vodafone a Wind: passaggio che sarebbe in corso da mesi, e per il quale non è ancora annunciata una data conclusiva.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
8 gen 2014
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