BitTorrent è il futuro del cinema

BitTorrent è il futuro del cinema

Un esperimento condotto nelle fredde lande nordeuropee dimostra le capacità del protocollo di P2P più rivoluzionario degli ultimi anni di adattarsi a ogni genere di impiego. Anche al cinema digitale, in streaming
Un esperimento condotto nelle fredde lande nordeuropee dimostra le capacità del protocollo di P2P più rivoluzionario degli ultimi anni di adattarsi a ogni genere di impiego. Anche al cinema digitale, in streaming

L’industria teme BitTorrent e il file sharing, ma BitTorrent non rinuncia a reinventarsi in maniera creativa. L’ennesima dimostrazione di questa realtà arriva dalla Norvegia, dove il FarNorthLivingLab è riuscito a trasmettere (e successivamente a proiettare), in streaming, un film indipendente alla risoluzione 2K (2048 pixel orizzontali) .

La pellicola scelta, Carved di Jonas Rejman , e stata trasmessa direttamente sullo schermo di un cinema locale con un bitrate di 19 megabit al secondo, una velocità raggiunta grazie all’impiego di Tribler , il client BitTorrent col bollino della UE , e di uno “swarm” BitTorrent comprendente sistemi precedentemente approntati per ottenere le suddette prestazioni.

“Non abbiamo usato un torrent pubblico perché non molti avrebbero messo a disposizione simili livelli di bitrate”, conferma il dottor Njal Borch del FarNorthLivingLab, che ha ammesso che in realtà il download precedente alla visione rappresenti la soluzione ideale in luogo dello streaming.

Quella che dovrebbe essere la “prima mondiale” di un film in digital cinema trasmesso via BitTorrent dimostra le indubbie potenzialità per la distribuzione delle pellicole indipendenti (e, volendo, non solo) a cui mancano i fondi multi-milionari a disposizione degli studios hollywoodiani.

E dopo la Norvegia il laboratorio ai confini settentrionali dell’Europa intende mirare ancora più in alto, o per meglio dire più a est: la prossima trasmissione BitTorrent sarà costituita da un concerto live trasmesso verso la città di Pechino, più qualche zona rurale opportunamente selezionata. “Non abbiamo paura del futuro, e Internet non ucciderà la creatività anzi sarà il contrario” dice Borch.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 14 lug 2009
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