BlackBerry e il salvagente canadese

BlackBerry e il salvagente canadese

La finanziaria Fairfax Financial Holdings mette sul piatto 4,7 miliardi di dollari per rilevare la connazionale, a 9 dollari ad azione. Nel 2008, le quote di RIM valevano quasi 150 dollari
La finanziaria Fairfax Financial Holdings mette sul piatto 4,7 miliardi di dollari per rilevare la connazionale, a 9 dollari ad azione. Nel 2008, le quote di RIM valevano quasi 150 dollari

L’alternativa strategica sembra essere stata imboccata, presso il quartier generale di Waterloo: BlackBerry ha ricevuto una offerta di acquisizione da parte di un consorzio guidato dalla finanziaria canadese Fairfax Financial Holdings Limited. L’azienda diventerà privata e verrà ritirata dai listini della Borsa, l’acquisizione delle quote varrà una cifra che si aggira intorno ai 4,7 miliardi di dollari.

Era agosto quando l’azienda canadese, poco dopo aver concluso l’ acquisto di un jet privato , formalizzava il proprio intento di cambiare assetto. Le speculazioni che da tempo si affollavano fra gli analisti, chiamando in causa colossi del calibro di Lenovo o Huawei, possibilmente interessati a rilevare il patrimonio tecnico e tecnologico di BlackBerry, erano state puntualmente smentite: le indiscrezioni sembrano però aver individuato i termini temporali dell’affare, collocato nel mese di novembre. BlackBerry, lo ha reso noto nelle scorse ore con un comunicato ufficiale , ha infatti firmato una lettera di intenti con Fairfax, il cui CEO Prem Watsa si era dimesso dalla board di BlackBerry proprio nel mese di agosto: il periodo di due diligence , durante il quale BlackBerry valuterà ulteriori proposte e Fairfax soppeserà gli asset di Waterloo e formalizzerà la proposta di acquisizione, terminerà il 4 novembre .

La transazione con Fairfax, già azionista del 10 per cento di BlackBerry, è stata stimata per un valore di circa 4,7 miliardi di dollari , e gli azionisti riceveranno 9 dollari in contanti per ogni azione detenuta. Un valore solo di poco superiore a quello a cui venivano scambiate le quote di BlackBerry sul listino NASDAQ nella giornata di venerdì, giornata di annunci di ristrutturazione con la conferma del licenziamento di 4500 dipendenti e le anticipazioni di una trimestrale in perdita per quasi un miliardo di dollari. Un valore inferiore a quello pagato da Faifax per il proprio gruzzolo di azioni BlackBerry (una media di 17 dollari a titolo), e decisamente inferiore a quello che l’azienda canadese vantava a metà del 2008 , quando il titolo veniva scambiato sul NASDAQ a quota 148 dollari.

BlackBerry

L’accordo, avvertono le parti, è lungi dall’essere concluso. Nel periodo di due diligence BlackBerry solleciterà e valuterà eventuali altre offerte (che se dovessero andare in porto obbligheranno l’azienda a pagare 30 centesimi ad azione a Fairfax), mentre Fairfax, probabilmente supportata dai fondi Merryll Lynch e BMO Capital Markets, analizzerà lo stato dell’azienda, e stipulerà accordi con potenziali partner che la accompagnino nell’acquisizione, probabilmente canadesi interessati ad investire nel marchio locale.

Il futuro di BlackBerry? Secondo il CEO di Fairfax Prem Watsa, definito da più parti lo Warren Buffett canadese per la lungimiranza nel cavalcare situazioni non promettenti, il nuovo potenziale assetto consentirà di “proseguire la messa in atto di una strategia a lungo termine come azienda privata, con l’attenzione focalizzata nella fornitura di soluzioni per l’azienda sicure e di livello superiore”. Si tratterebbe di “uno stimolante nuovo capitolo per BlackBerry, i suoi utenti, i carrier e i dipendenti”. Nessuno smembramento di asset e brevetti, dunque, ma piuttosto un cambio di pelle . Gli analisti non sono ottimisti: c’è chi sostiene che la pur meno burrascosa via privata non aiuterà BlackBerry a risollevarsi, drasticamente in ritardo e priva di una vera e propria strategia per restituire lustro al proprio marchio, c’è chi stimava , poco prima che Fairfax si facesse avanti, un valore reale di 7 dollari a titolo, 5 dollari per la divisione servizi, un dollaro per i brevetti, e la restante fetta della torta per il sistema operativo. Il futuro, che prevede un ridimensionamento della linea di prodotti da 6 a 4, equamente divisi tra prodotti di fascia alta e prodotti entry-level , non sembra lasciare spazio a luminose aspettative.

Di indicativo, per ora, ci sono i numeri. Il valore del brand è crollato tra il 2010 e il 2012; IDC stima che BlackBerry abbia fatto segnare il 2,9 per cento sul totale delle vendite di dispositivi nel secondo trimestre del 2013, periodo in cui l’azienda ha venduto 3,7 milioni di smartphone; calcoli impietosi sottolineano come Apple, con i 9 milioni di nuovi iPhone venduti, abbia incassato in un solo weekend più della cifra a cui BlackBerry si concederà a Fairfax.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
24 set 2013
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