Blizzard contro il server WoW non autorizzato

Blizzard contro il server WoW non autorizzato

Il colosso dei giochi online sguinzaglia gli avvocati contro la community di un server non autorizzato: l'iniziativa, ribattono i gestori costretti alla chiusura, non è un pericolo per il business
Il colosso dei giochi online sguinzaglia gli avvocati contro la community di un server non autorizzato: l'iniziativa, ribattono i gestori costretti alla chiusura, non è un pericolo per il business

Nonostante i 12 anni che si porta sul groppone, World of Warcraft (WoW) continua a rappresentare un punto fermo per il business videoludico di Blizzard e per la community degli appassionati di mondi fantasy massivi online (MMORPG). Tanto da spingere il publisher americano a usare il pugno duro contro un server “illegale” noto come Nostralrius .

La community di Nostalrius può vantare qualcosa come 800mila account registrati e 150mila giocatori attivi, tutti impegnati nella peculiare attività di popolare una vecchia versione di WoW risalente al 2006, ad appena due anni dall’uscita del gioco originale e prima dell’arrivo delle espansioni.

La versione più recente di WoW – aumentata dalle espansioni e dalle modifiche successive applicate da Blizzard – è molto diversa rispetto al gioco del 2004-2006, e a quanto pare l’interesse per la vecchia declinazione è sufficientemente ampio da mantenere in vita iniziative come Nostalrius.

Ma Nostalrius è un server non autorizzato da Blizzard, un mondo di gioco “illegale” che è stato costretto a cessare tutte le attività il 10 aprile: in caso contrario i legali del publisher avrebbero denunciato l’host francese che ospita il server.

I gestori di Nostalrius non si danno completamente per vinti, in ogni caso, e promettono di rilasciare tutto il codice necessario alla community per ricreare il server altrove; i tanti server non autorizzati di WoW presenti online continuano d’altronde a funzionare senza problemi.

Nostalrius promette di rilasciare dati sulla propria community per informare tutti dell’interesse nutrito dai gamer per simili iniziative per la preservazione di “istantanee” nel tempo dei giochi massivi online in costante mutamento.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 11 apr 2016
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