Blu-ray sì, ma quanto mi costa?

Blu-ray sì, ma quanto mi costa?

Nell'accesa lotta tra i due formati di supporti ottici di ultima generazione emergono nuovi particolari
Nell'accesa lotta tra i due formati di supporti ottici di ultima generazione emergono nuovi particolari


Tokyo (Giappone) – Nuove indiscrezioni sembrano confermare ciò che viene vociferato da un po’ di tempo sulla Rete: il formato Blu-ray sarebbe molto più costoso del rivale HD DVD .
La notizia proviene da un dirigente di una delle più grandi aziende produttrici di supporti ottici che ha preferito rimanere anonimo.

Gli HD DVD possono essere fabbricati sulle stesse linee di produzione dei classici DVD, di cui sfruttano gli stessi materiali e una tecnologia molto simile. L’adattamento al nuovo formato porterebbe con sé costi minori rispetto ai dischi a laser blu. Quest’ultimi infatti, devono fare i conti con la messa in moto di nuove linee di produzione e di nuovi materiali che, stando sempre alle indiscrezioni dell’anonimo dirigente e alle stime degli analisti, sarebbero molto più difficili e costosi da reperire. Una recente analisi di Richard Marquardt , uno dei più attivi ingegneri nel campo dei supporti ottici, avrebbe infatti rivelato come la messa a punto di nuove strutture per la realizzazione dei Blu-ray costerebbe all’azienda giapponese una cifra che si avvicina al miliardo di dollari.

L’analisi compiuta da Marquardt è stata subito oggetto di commenti da parte del vice presidente di Sony Pictures , Adrian Alperovich, che ha risposto sostenuto: “La determinazione del lancio di nuove tecnologie non si basa solamente sui possibili costi, se così fosse non avremmo mai appoggiato nemmeno il formato DVD”.

Alperovich ha minimizzato anche le indiscrezioni che vorrebbero il Blu-ray molto più costoso dell’HD DVD affermando: “Se anche dovesse esserci una differenza di prezzo tra i due formati, escludiamo che possa trattarsi di una disparità abissale”. Infine, lo stesso dirigente Sony ha fatto notare che, anche se il Blu-ray dovesse risultare un po’ più costoso, sarebbe comunque in grado di recuperare terreno grazie alla sua capacità maggiore e alla sua flessibilità legata ai diversi ambiti di utilizzo: videogiochi, film e contenuti multimediali. Sony , oltre a rimanere fiduciosa riguardo ai costi, delega alla Playstation 3 (che utilizza appunto i Blu-ray) la responsabilità di far crescere la diffusione del nuovo formato.

Di tutt’altro tipo è l’opinione che proviene da alcuni produttori che hanno avuto la possibilità di testare entrambi i formati. Nonostante il Blu-ray piaccia, le perplessità rimangono e ben pochi pensano che i prezzi riusciranno mai ad arrivare al livello del rivale HD DVD. Senza dati sicuri in mano, Blu-ray, che fino a poco tempo fa sembrava essere il favorito, perde credibilità. Studi di produzione importanti come Warner Bros. e Paramount “hanno scelto di non scegliere” e rilasceranno i propri film in entrambi i formati, ritirando magari col tempo quello che avrà meno mercato.

Come si evince, la questione interessa da vicino le major cinematografiche. Quest’ultime sperano di lanciare entro il prossimo anno i loro film su uno dei nuovi formati ma l’indecisione per il momento regna sovrana. Uno scenario ipotetico ma non troppo dissimile dal reale potrebbe essere quello che prevede alcuni mesi di assestamento, nel corso dei quali i vari clienti (le major cinematografiche sono in pole-position) valuteranno l’andamento dei prezzi e, solamente dopo questo periodo, vi sarà la corsa agli armamenti.

L’utente finale dovrà invece guardarsi da un’altra variabile in gioco: il prezzo dei lettori . È infatti probabile che il mercato possa risentire sia dei prezzi dei supporti che dei prezzi dei player che potrebbero giocare un ruolo fondamentale.
La possibilità che nessuno dei due dischi esca vincitore dalla guerra dei formati sarebbe di tutto vantaggio per i consumatori che si troverebbero di fronte a due opzioni tra cui poter scegliere, ma risulterebbe assolutamente deleteria per le aziende produttrici. Gli analisti di mercato della Sanford Bernstein hanno infatti stimato perdite ingenti (fino a 16 miliardi nell’arco di sette anni) per le aziende in caso non vi fosse nessun vincitore certo.

Dario Panzeri

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Pubblicato il 30 nov 2005
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