Botta e risposta su Snail E-mail

Botta e risposta su Snail E-mail

Articolo21 critica l'operazione con cui si intende portare all'attenzione della stampa la mobilitazione contro la legge sull'editoria. Rispondono gli organizzatori di Snail E-mail: impossibile stare a guardare
Articolo21 critica l'operazione con cui si intende portare all'attenzione della stampa la mobilitazione contro la legge sull'editoria. Rispondono gli organizzatori di Snail E-mail: impossibile stare a guardare


Roma – Sull’operazione di protesta telematica messa in piedi da Snail E-Mail di cui Punto Informatico ha parlato nei giorni scorsi, ospitiamo un “botta e risposta” tra Articolo21.it e gli organizzatori della protesta telematica.

Articolo21: www punto centro sociale okkupato
C’era una volta la protesta in Rete. Quando la New Economy era ancora un lontano miraggio e le tariffe telefoniche erano tutt’altro che libere, un gruppo di ragazzi fece grande scalpore, finendo sulla stampa nazionale ed estera, per aver creato la prima protesta telematica italiana su larga scala, contro la tariffa urbana a tempo (TUT) di Telecom Italia, che ostacolava la crescita della Rete.

I tempi sono cambiati, le tariffe e le abitudini dei navigatori anche: come ex webmaster del sito di NoTUT posso solo sperare che almeno una parte di questi cambiamenti sia dovuta alle iniziative portate avanti dal sito e dalle persone che ne condividevano gli ideali. Ciononostante, il Movimento No-TUT (o meglio, quel che ne restava dopo le defezioni dei componenti storici del gruppo) ha scelto la strada dell’evoluzione, trasformandosi in “Movimento Utenti Internet”, una sorta di portale dedicato alle tematiche dell’accesso alla Rete, ma che da molto tempo mi dava l’impressione di essere troppo schierato dal punto di vista politico per essere un movimento di protesta trasversale.

L’ultima iniziativa del Movimento, conosciuta come Snail E-Mail, non fa altro che rafforzare la mia tesi, dispensando ai visitatori della pagina in questione una serie di affermazioni decisamente poco adatte alla tematica che si sta trattando, sciorinando riferimenti al popolo di Seattle ed altri slogan da “centro sociale okkupato” che ben poco hanno a che vedere con la telematica e la libertà di comunicazione, che con Seattle c’entra ben poco…

Prima ancora di discutere modi e tempi della protesta, fermiamoci ad analizzare il testo della pagina dedicata alla protesta, dove, ben evidenziato in nero su sfondo giallo, capeggia la dicitura:

sabotaggio telematico ai mass-media
contro l’informazione di regime
contro la legge sull’editoria

Parlare di un invio di massa come di un sabotaggio telematico mi sembra quantomeno irrazionale: il massimo livello di disturbo che un’azione del genere può procurare è l’intasamento della mailbox bersagliata con conseguente irritazione del Webmaster di turno; un sabotaggio, telematico o meno, è un’azione di forza e di protesta estrema, che va oltre la semplice pressione del tasto “Invia” del programma di posta elettronica, così come abbiamo già avuto modo di dire nel nostro articolo di qualche giorno fa relativamente al Netstrike pro-SMS.

Parlare di “Informazione di regime” proprio durante l’avvicendamento tra due governi di colore diverso, poi, non sta né in cielo né in terra: il “regime” c’entra poco, la colpa della Legge Bavaglio è da ricercarsi soprattutto nella corporazione dei giornalisti, al legislatore al limite si può attribuire la mancanza di quella cultura della Rete che tanto è stata sbandierata nei programmi politici di tutti i partiti alla vigilia delle elezioni.. ma un “regime” è un’altra cosa.. Singapore e Pechino sono ancora miglia e miglia distanti dall’Italia, nonostante il nocumento provocato dalla legge Bavaglio al Web Italiano, parlare di “regime” proprio non sta in piedi.

Passiamo ora all’analisi della protesta vera e propria: si è parlato di “snail” e-mail, e-mail lumaca, forse a sottolineare che non è necessaria una sveltezza mentale da volpe argentata per capire che questo genere di protesta è priva di qualsiasi utilità.

Un mail bombing, legittimato da condizioni discriminanti come l’invio di una sola mail da parte di molte persone, resta pur sempre un’azione di violenza e un attacco di tipo Denial Of Service, l’informazione online, obiettivo dei messaggi e-mail dei partecipanti, non sarà certo incentivata a parlare in termini positivi di una protesta che causa dei problemi al funzionamento di un’applicazione vitale per chi fa informazione.

Il popolo di Seattle, a cui il sito fa riferimento, è passato più di una volta dalla parte del torto, pur sostenendo ragioni condivisibili: siamo tutti d’accordo che spaccare vetrine e bruciare automobili sia un gesto di protesta e di rabbia, ma ben diverso è mantenersi nei limiti della protesta civile evitando di fare, una volta di più, la figura degli “Ultras” telematici scontrandosi con una mentalità, quella giornalistica, ancora legata al concetto della Rete come covo di “acchers” e di depravati.

Ben diversa è la protesta, con gli stessi fini ed obiettivi (la riformulazione della legge sull’editoria) attuata da Punto Informatico: una petizione on-line per tutelare la libertà della rete, con firme ed indirizzi Web in bella mostra e in crescita costante, è un gesto simbolico e civile, ancor di più se consideriamo che viene appoggiata da una testata giornalistica vera e propria e non da uno sparuto gruppetto di persone dallo slogan facile.

Il Netstrike è utile solo quando non se ne organizza uno a settimana, il mail bombing non è utile mai: anche sulla Rete, protestare è una scelta di vita, una dimostrazione di indipendenza e di civiltà.

Antonello Iunco
Articolo21.it

Ma ecco la risposta di Snail E-mail.


Non intendiamo perdere molto tempo per replicare alle critiche di Articolo21, contenenti peraltro molte inesattezze. Noi ci consideriamo, in un certo senso, come quelli che si siedono in mezzo alla strada per una protesta pacifica. Certo che creiamo fastidio, e allora?

Noi però non creiamo fastidio colpendo tutti indiscriminatamente, ma direttamente coloro che sono responsabili della disinformazione. Che sono sostenuti oltretutto, va ricordato, da robusti finanziamenti *pubblici*.

La più grande manifestazione di massa avvenuta in Italia su Internet, cioé la petizione con 50.000 iscritti lanciata da Punto Informatico, è stata pressoché totalmente “oscurata” dai media tradizionali.

Questo non è tipico dell’informazione di regime? Secondo Articolo21 no, perché adesso c’è il cambio di governo (?).

La nuova legge sull’editoria in realtà non è che l’ultimo passo per allungare le mani – e il controllo – anche su Internet. Ma davvero possiamo pensare che il regime dell’informazione controllato dall’Ordine dei Giornalisti, che ha prosperato e prospera in Italia da decenni sotto tutte le bandiere politiche, possa cambiare perché arriva un nuovo governo?

Ma per favore!

Coordinamento dell’Operazione Snail-eMail

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Pubblicato il 29 mag 2001
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