Byrne: IKEA è come The Sims

Byrne: IKEA è come The Sims

Far compere per mobili è come stare davanti ad un videogioco. Lo dice David Byrne. Ma il musicista non riesce a pensare ad altro?
Far compere per mobili è come stare davanti ad un videogioco. Lo dice David Byrne. Ma il musicista non riesce a pensare ad altro?

David Byrne è tornato, e regala ai suoi seguaci una metafora della vita moderna: andare ad acquistare letto e armadio all’IKEA è come giocare ad un videogame . Così, tra una polpettina svedese e una poltrona da montare, una passeggiata al secondo piano del negozio diventa una sessione di un gioco che ricorda vagamente The Sims .

Il grande musicista “Siamo andati al secondo piano – racconta sul suo blog – dove armadi, divani, tavoli e lampade sono tutti sistemati con gusto in piccole stanze. Ci sono strane etichette dappertutto: ho subito pensato che sembrava stessi provando un videogame. Chi ci vive? Cosa fanno? Perché quel libro è su quel tavolo? Significherà qualcosa? Sarà un indizio sull’identità di chi ci abita?”

IKEA si trasforma in una specie di avventura grafica, con qualche reminiscenza di Broken Sword e Indiana Jones . Poi però, ecco che si torna a The Sims : “Capisci che lo scopo del gioco è decidere quale armadio, in quale essenza e con quali accessori fa per te. E poi bisogna scegliere il divano giusto che si coordini perfettamente con la tappezzeria, scegliere il colore del pavimento che vada bene con tutti i precedenti”.

Per aiutare il gamer ci sono anche “fettucce per misurare, linee tratteggiate dipinte sul pavimento per aiutare a capire quanto spazio occupano i mobili”. E poi ci sono i commessi che ti aspettano davanti alle postazioni dei computer, per guidarti nella scelta: “una specie di spoiler del game”, prosegue divertito Byrne.

Una volta capito come funziona,- occhio ad usare il taccuino, sempre fondamentale nelle avventure videoludiche – ci si può spostare al livello successivo. Ovviamente bisogna passare per il ristorante a fare rifornimento. Il nuovo livello è più complicato , ci sono scaffali enormi che contengono gli oggetti già visti ma con una nuova forma: memorizzare gli strani nomi in quello strano linguaggio usato per identificare la mobilia è una strategia molto utile.

Infine si arriva alle casse, si paga e ci si porta tutto a casa. Il gioco termina quando si è montato tutto quello che si è acquistato: e solo allora, conclude Byrne, si saprà se l’avventura è finita o meno. Perché qualcuno avrà ottenuto tutto quello che voleva, qualcun altro dovrà tornare all’IKEA a prendere altri mobili. E il gioco ricomincia . ( L.A. )

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Pubblicato il
12 nov 2007
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