Caos nei domini: 845 revoche di nomi

Caos nei domini: 845 revoche di nomi

Confermato l'errore di alcuni Registri di dominio nella gestione delle registrazioni con conseguente revoca di più di 800 registrazioni. Incredibilmente si fa quadrato attorno a chi ha sbagliato
Confermato l'errore di alcuni Registri di dominio nella gestione delle registrazioni con conseguente revoca di più di 800 registrazioni. Incredibilmente si fa quadrato attorno a chi ha sbagliato


Web (internet) – La possibilità di registrare nomi di dominio con un trattino alla fine del nome, come www.abc-.com, ha creato un quasi disastro al sistema di registrazione e gestione dei domini, in particolare quelli commerciali .com. Pare infatti che siano stati creati 845 nomi di dominio “abusivi” che il software di registrazione non ha filtrato, consentendo così la registrazione di www.microsoft-com o www.whitehouse-.com e via dicendo.

Si tratta quindi di un bug nei filtri del software che secondo Network Solutions , principale registro di domini, rappresenta un problema dal momento che alcuni protocolli, come l’FTP, non riconoscono il trattino finale, per cui www.microsft-.com “diventa” www.microsoft.com…

In realtà il problema era stato previsto all’inizio della liberalizzazione del ricco business della registrazione dei domini tanto che Network Solutions, un tempo monopolista del settore, ha ora un facile gioco nel sostenere che la colpa è di chi, tra i suoi “colleghi”, non ha impostato bene i propri sistemi. E si è saputo che l’azienda, che ancora detiene fisicamente i server di registrazione a cui si connettono le imprese di registrazione, ha notato il problema prima di Capodanno ma ha voluto attendere la conclusione delle transizione ad Anno2000 prima di far emergere la cosa.

L’ ICANN , l’ente internazionale che supervisiona il sistema dei domini, ha intanto ricordato che le aziende di registrazione che “subiscono” registrazioni non conformi alle regole hanno il diritto di revocarle. Né Network Solutions né l’ICANN, però, ed è qui un punto nodale, hanno voluto dire quali fossero i cinque registri che hanno lasciata la porta aperta per simili registrazioni.


Ai giornalisti che hanno chiesto loro i nomi dei cinque registri di dominio che non hanno provveduto ad organizzare al meglio i propri software causando di fatto un serio problema al sistema di registrazione, Network Solutions e ICANN hanno negato una risposta. La cosa dà da pensare.

I registri di dominio, per quanto riguarda la rete, non sono semplici imprese né aziende qualsiasi. In effetti dal loro lavoro, e dall’adeguato funzionamento dei loro sistemi, dipende un dato essenziale di internet, vale a dire la possibilità di registrare nuovi domini e di mantenere anche tecnicamente “intatti” quelli esistenti. Questa particolarità fa dei registri di dominio delle situazioni uniche, imprese che devono essere sottoposte ad un particolare scrutinio, le cui esigenze di trasparenza sono più elevate che in altri settori dell’industria. Anche a garantire questo serve l’ICANN, l’organismo sovranazionale di controllo.

Ed è quindi lecito chiedersi con quale diritto l’ICANN abbia trattenuto a sé un’informazione che gli utenti della rete hanno il diritto di conoscere, quella relativa ai nomi di chi ha sbagliato. Certo, non è successo nulla di grave né di irreparabile, né i registri meno attenti sarebbero in alcun modo stati “puniti” per quella che è in fondo una quasi comprensibile “distrazione”. Ma è diritto di chi usa la rete, dei “netizen”, ovvero dei cittadini di internet, sapere chi è stato distratto in modo da soppesare, ciascuno secondo il proprio giudizio, questa informazione.

C’è stato un tempo in cui ICANN e Network Solutions erano ai ferri corti su temi centrali come la proprietà dei domini, dei server dei nomi e via dicendo. Risolti questi problemi, ora le due entità sembrano procedere parallelamente, a braccetto. In questo caso si sono addirittura esposte insieme pur di fare quadrato attorno al settore, per difendere i cinque registri distratti… Che sia l’alba di una nuova corporazione?

Paolo De Andreis

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Pubblicato il
10 gen 2000
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