Censure web, Partito dei Comunisti italiani nel mirino

Censure web, Partito dei Comunisti italiani nel mirino

La vicenda che nei mesi scorsi ha portato al sequestro di alcuni numeri di un quotidiano cartaceo si estende ora ad un sito del del PdCI. Diliberto, segretario nazionale del partito, parla di azione gravissima
La vicenda che nei mesi scorsi ha portato al sequestro di alcuni numeri di un quotidiano cartaceo si estende ora ad un sito del del PdCI. Diliberto, segretario nazionale del partito, parla di azione gravissima

“Sito sottoposto a sequestro preventivo – Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria – Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni – Calabria”. Questa, mentre scriviamo, la frase che campeggia su un sito Internet certo non uso alle censure, quello del Gruppo Regionale del Partito dei Comunisti Italiani della Calabria .

Non tutto il sito è stato bloccato dalla Procura ma solo le pagine dedicate alla pubblicazione della Relazione Conclusiva della Commissione di Accesso relativa agli accertamenti effettuati presso l’ASL 9 di Locri (RC) , una relazione talmente bollente ed evidentemente non pubblicabile per ragioni istruttorie da aver provocato nei mesi scorsi perquisizioni e sequestri presso il quotidiano Calabria Ora , che la stava pubblicando a puntate. Un tema caldo, che riguarda le infiltrazioni mafiose nelle strutture pubbliche regionali.

Troppo caldo, a quanto pare, per consentire che ora la Relazione venisse divulgata via Internet da un sito dedicato alla politica e che ha deciso di pubblicare quelle pagine proprio come forma di “vicinanza e solidarietà” al quotidiano calabro e alle vicende in cui, suo malgrado, si è trovato coinvolto.

Il segretario del partito La censura decisa dalla Procura della Repubblica calabra ha immediatamente spinto ad intervenire il segretario nazionale del PdCI , Oliviero Diliberto (nella foto), che in una durissima nota spiega: “È gravissimo e inaccettabile il provvedimento di sequestro preventivo del sito del Gruppo Regionale del Partito dei Comunisti Italiani della Calabria assunto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito dal Compartimento Polizia Postale e Comunicazioni “Calabria”. Ed è ancora più grave che un provvedimento di questa natura avvenga in Calabria per bloccare la pubblicazione della Relazione Conclusiva della Commissione di Accesso relativa agli accertamenti effettuati presso l’ASL 9 di Locri (RC) che costituisce un documento di straordinario valore”.

“Per tali ragioni – sottolinea Diliberto – prenderò immediati contatti con il Ministro delle Comunicazioni on. Gentiloni e con il Ministro della Giustizia sen. Mastella per capire quali provvedimenti intendono assumere, ciascuno per la propria competenza, a tutela della libertà di informazione e per valutare la legittimità dell’operato della Procura di Reggio Calabria che ha avviato un’attività che risulta assai discutibile”.

“Si tratta di un fatto di una gravità inaudita – ha dichiarato il Segretario Regionale del PdCI On. Michelangelo
Tripodi – sul quale nelle sedi opportune, a partire dal Parlamento della Repubblica, faremo sentire alta la nostra indignazione e la nostra voce di protesta”.

Il PdCI calabrese parla esplicitamente di comportamento lesivo della democrazia e dello stato di diritto , e annuncia che i propri legali chiederanno l’immediato dissequestro del sito e il ripristino del diritto all’informazione.

Fino a questo momento a commentare l’avvenuto sequestro delle pagine web del PdCI sono i soli vertici di quel partito.

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Pubblicato il 15 nov 2006
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