Chiusura di Colombo-bt, parla la Guardia di Finanza

Chiusura di Colombo-bt, parla la Guardia di Finanza

In una nota, le Fiamme Gialle ricostruiscono l'indagine che ha portato alla chiusura del celebre hub P2P italiano, una indagine che - spiegano - è tuttora in corso. Tre i denunciati. FIMI: chiuso uno snodo di prima grandezza
In una nota, le Fiamme Gialle ricostruiscono l'indagine che ha portato alla chiusura del celebre hub P2P italiano, una indagine che - spiegano - è tuttora in corso. Tre i denunciati. FIMI: chiuso uno snodo di prima grandezza

Sulla recentissima chiusura di Colombo-bt si era molto speculato nei giorni scorsi ed ora la Guardia di Finanza ha diramato un comunicato in cui ricostruisce le modalità di indagine e spiega come si sia arrivati alla denuncia di tre persone per violazione del diritto d’autore.

Nella nota che descrive l’ Operazione Colombo , il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bergamo spiega che il messaggio che blocca gli utenti quando si recano sul sito di colombo-bt , ossia “Access denied in execution of an Italian Court Authority injunction”, è stato deciso da un provvedimento del GIP di Bergamo che è stato comunicato a tutti i provider italiani.

L’indagine, raccontano i finanzieri, si è articolata in tre regioni e vi hanno contribuito altri reparti delle Fiamme Gialle nonché, sotto il profilo tecnico, gli esperti di FPM , la Federazione contro la pirateria musicale. Si parla di indagini complesse per un sito considerato un “portale della pirateria tra i più diffusi in Italia”.

Sotto analisi dei finanzieri, evidentemente, il funzionamento del protocollo BitTorrent e l’implementazione dei servizi del portale. “Il sito posto sotto sequestro – si legge nella nota – aveva un motore di ricerca interno (…) in grado di localizzare, mediante l’inserimento di parole chiave, le opere di interesse e coordinare le richieste degli utenti che volevano scaricarle. Indicando un’opera si generava un elenco di file corrispondenti da scaricare. Questa operazione poteva avvenire in un’unica soluzione ovvero a pezzi . In tale ultimo caso, il download risultava più veloce ed un apposito software ricomponeva le parti nel prodotto intero, che poteva essere a sua volta messo a disposizione di altre persone collegate”.

In buona sostanza, ricostruiscono le Fiamme Gialle, dopo la registrazione sul sito ogni utente “aveva accesso ad un database online suddiviso per aree tematiche (musica, film, fiction, software, videogiochi), da cui attingere con facilità”.

La complessità delle indagini coordinate dal Sostituto procuratore della Repubblica di Bergamo Giancarlo Mancusi è dovuta, continuano gli agenti, al fatto che i server erano ubicati all’estero (nella Repubblica Ceca) e che lo staff di gestione del sito si fosse reso riconoscibile esclusivamente attraverso i propri nickname. Per identificare le persone coinvolte nella gestione di colombo-bt, racconta la Guardia di Finanza, sono state ricostruite le “tracce lasciate dalle donazioni effettuate dagli utenti per consentire agli amministratori del sito il suo sviluppo (quale l’acquisto di nuovi e più performanti server), attraverso l’utilizzo di canali di pagamento internazionali on line”. In realtà il conto corrente postale indicato, le carte Poste pay e anche il dominio Internet risultavano intestati “ad un nominativo di fantasia, grazie all’opera di prestanome resa da uno degli indagati utilizzando un documento fasullo”.

Le indagini hanno condotto i finanzieri ad una persona residente a Rimini e, dopo le perquisizioni che hanno seguito questo primo passo, sono stati individuati i nomi di altri due amministratori del sito , uno di Campobasso considerato il fondatore del sito e un altro ancora di Rimini. Quest’ultimo, specifica la nota delle Fiamme Gialle, era dipendente di una società di videonoleggio dove sono stati rinvenuti e sequestrati circa 700 DVD illegalmente duplicati. Nei computer di queste persone e in altro materiale sequestrato, sottolineano gli agenti, si trovano “le prove delle illecite attività realizzate attraverso la creazione e gestione di colombo-bt.org”.

Le indagini non sono ancora concluse. Il sito, spiega la nota, era un riferimento per “milioni di utenti” in continua crescita, l’80 per cento dei quali italiani, con numeri che facevano del sito colombo-bt uno degli “80 più popolari nel nostro Paese”. Ora i finanzieri si concentreranno sull’identificazione “di tutti i soggetti che hanno partecipato alla gestione del sito illegale, passibili di severe sanzioni di carattere penale”. “Le perizie tecniche sul materiale in sequestro – conclude il comunicato – forniranno inoltre precisi elementi in relazione alle responsabilità di coloro che hanno messo illecitamente in condivisione sul web milioni di opere tutelate dal diritto d’autore”.

All’Operazione Colombo ha dedicato un commento il presidente della Federazione dell’industria musicale italiana, Enzo Mazza, che ha applaudito al successo delle indagini affermando che “in poche settimane, un altro fondamentale snodo per la distribuzione di contenuti illeciti, non solo in Italia, è stato fermato, segno che le forze dell’ordine e la magistratura hanno dato il via ad un significativo giro di vite contro il P2P illecito”. A suo dire, inoltre “la complessità e l’organizzazione del sito hanno confermato il salto di qualità delle attività illegali dietro il P2P, sempre più simili a ramificate organizzazioni criminali che ad un passatempo di qualche ragazzino, con la necessità di un contrasto più incisivo e sanzioni più efficaci”.

Come noto, a rimanere attivo per il momento è ancora il blog di colombo-bt , il cui ultimo post è del 25 luglio, un post che peraltro annuncia la chiusura definitiva dell’iniziativa.

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Pubblicato il
31 lug 2008
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