Come lavorare in una startup IT

Come lavorare in una startup IT

Mondo duro quello delle aspiranti dot.com di successo. Bisogna lavorare, lavorare e lavorare. E quando si ha un po' di tempo libero, lavorare. Parola di Jason Calacanis, fondatore di Mahalo.com
Mondo duro quello delle aspiranti dot.com di successo. Bisogna lavorare, lavorare e lavorare. E quando si ha un po' di tempo libero, lavorare. Parola di Jason Calacanis, fondatore di Mahalo.com

Stakanovisti di tutto il mondo, unitevi! Finalmente c’è un faro che illumina la notte dei drogati da lavoro, dei dipendenti zelanti , degli appassionati delle ore piccole davanti alla tastiera: è Jason Calacanis, fondatore di Mahalo.com e volto noto della Silicon Valley. Che in un post sul suo blog illustra i 17 consigli fondamentali per far nascere e prosperare “la prossima Google”: diktat fondamentale, licenziate chi si ostina a voler staccare alle 5 .

via ManteBlog: http://www.mantellini.it/2008_03_01_archivio.htm#6807030513942991992 Nella lista si moltiplicano suggerimenti tecnici e pratici. Due monitor a dipendente, che costano 200 euro l’uno ma fanno risparmiare tempo nel passaggio da un’applicazione all’altra, ovvero 1300 euro l’anno. Tavoli economici ma sedie di lusso , poltrone comode che inducono a rimanervi seduti più a lungo. Niente telefoni sulle scrivanie o cellulari aziendali tanto ormai si chiacchiera via instant messaging, e in più si risparmia. Piuttosto i lavoratori gradiranno una mega-macchina per il caffè con chicchi tostati e macinati freschi a profusione, una sirena alcaloide capace di distogliere la loro attenzione dalla scollatura della cassiera del bar di sotto. Tutti stratagemmi pensati per migliorare la qualità della permanenza in ufficio e quindi aumentare la produttività.

Niente pranzo fuori: si mangia al buffet gentilmente offerto dalla direzione. E durante la pappa si parla: niente meeting aziendali o riunioni , solo informali chiacchiericci durante il pasto che mantengono concentrati su quanto si sta facendo e permettono di coordinare gli sforzi. Gli orari di arrivo, quelli sì che possono essere flessibili: se un dipendente vuole arrivare alle 11 per evitare il traffico, che lo faccia – tanto poi si sentirà obbligato a restare ben oltre l’orario dovuto per recuperare il tempo perso.

È soprattutto l’argomento “orario di lavoro” al centro delle raccomandazioni di Calacanis: “Licenziate quelli che non sono drogati di lavoro non amano il loro lavoro… Insomma ragazzi, è vita da startup e non un gioco . Non lavorate in una startup se non siete interessati – andate a lavorare all’ufficio postale o da Starbucks se non siete interessati e se volete avere una vita tranquilla “.

Per i dipendenti più fedeli , quelli cioè che non pensano ad altro che alla loro azienda, il premio consiste nel regalargli un computer da portarsi a casa : così potranno lavorare anche da lì. È grazie a loro che il grosso del lavoro verrà svolto, negli orari più impensabili e ovunque si trovino. È grazie a loro se, alla fine del semestre, ci saranno utili da conteggiare: senza il loro apporto, i commerciali non avrebbero servizi da vendere, quelli del marketing niente da pubblicizzare (a proposito: ma siete sicuri che vi servano quelli del marketing?).

Altro che “demolire gli stereotipi di geekness” che circondano e ammantano le startup e il mondo IT in generale. Non fatevi ingannare da quanti ritengono che questi consigli siano capaci di trasformare l’ufficio in un lager : carte di credito aziendali , giornate libere e hobby non servono per creare una grande azienda IT . I dipendenti di Calacanis sono felici di lavorare per Mahalo, perché sentono di essere parte di un progetto grandioso che li porterà da qualche parte. No, non in manicomio: al successo!

Luca Annunziata

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Pubblicato il 10 mar 2008
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