Contrappunti.it/ Verdi fuori tempo massimo

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di M. Mantellini. Belle parole, ma quella legge è passata con l'appoggio dei verdi. La proposta per modificare il diritto d'autore appena introdotto è meritoria ma arriva con colpevole ritardo
di M. Mantellini. Belle parole, ma quella legge è passata con l'appoggio dei verdi. La proposta per modificare il diritto d'autore appena introdotto è meritoria ma arriva con colpevole ritardo


Roma – Un paio di parlamentari dei Verdi, il capogruppo al Senato Maurizio Pieroni e Stefano Semenzato, durante una conferenza stampa a Roma qualche giorno fa, hanno regalato ai giornalisti convenuti CD registrati da Napster. Lo hanno fatto per manifestare la loro preoccupazione per la criminalizzazione in atto della musica scaricata da Internet. In quell’occasione i senatori verdi hanno presentato un disegno di legge di modifica della legge 248 sul diritto d’autore in vigore da soli tre mesi. Le modifiche riguarderebbero il famigerato articolo 171/bis sulle motivazioni che rendono penalmente rilevante la duplicazione abusiva di software nonché l’abolizione del tetto massimo del 15% sulle pagine fotocopiabili contenuta nella medesima legge. “Si tratta – affermano Semenzato e Pieroni – di una limitazione che non ci convince perchè rappresenta un ostacolo alla diffusione della cultura e pone problemi di diritto allo studio.”

Il disegno di legge dei senatori Verdi ci lascia a bocca aperta. Si tratta a tutti gli effetti della messa in bella calligrafia di molte critiche che la legge 248 ha ricevuto in rete, da parte dei soggetti più vari, durante il suo iter parlamentare e dopo la sua discussa approvazione. Come è noto, assieme alla contestatissima norma sui bollini SIAE (che evidentemente ai Verdi va benissimo) le maggiori critiche alla legge 248 che anche noi fra i primi sollevammo , riguardavano la trasformazione della frase “a scopo di lucro” con la più generica ed estensiva “per trarne profitto” contenuta appunto nell’art.171bis. Il disegno di legge dei Verdi vorrebbe riportare tutto allo status quo ante, nel tentativo di allontanare l’interpretazione del reato di duplicazione abusiva dalla copia casalinga di files e videocassette.

I senatori Verdi nella relazione che accompagna il disegno di legge hanno anche il coraggio – o la sconsideratezza – di citare teorie cospirative (del tutto fondate, ma indimostrabili) secondo le quali dietro alla legge attuale sul diritto d’autore ed ai suoi irrigidimenti vi sarebbero società private (Microsoft e BSA?) e che tale legge sia quindi il risultato di una potente attività di lobbying. Si tratta di affermazioni impresentabili in una aula parlamentare, degne di finire su siti web di gossip tipo Dagospia, che oltretutto gettano discredito sulla effettiva autonomia legislativa del Parlamento di cui anche i Verdi fanno parte. Ma non si tratta delle uniche affermazioni sconsiderate nel documento: per esempio Pieroni e Semenzato affermano chiaramente che Microsoft incentiverebbe direttamente la distribuzione di copie non originali dei suoi software per conquistare nuove porzioni di mercato. Qualche volta, come si vede, l’immunità parlamentare dà alla testa o, in alternativa, Pieroni e Semenzato non hanno la minima idea di quanto vanno affermando.

Mi fermo qui: l’unico commento che mi sento di fare è che i Verdi presentando proposte del genere non ci fanno una gran figura. Contro ogni apparenza. I pettegolezzi di paese andrebbero lasciati ad altri soggetti od ai bisbigli nei corridoi del transatlantico e le prese di posizione politica, quelle che talvolta (e talvolta no) diventano legge, forse andrebbero valutate con meno leggerezza.

Ai parlamentari Verdi, al loro rappresentante nella Commissione Giustizia del Senato che lo scorso agosto ha approvato senza alcuna modifica un disegno di legge delle Camera vessatorio e stupido, passato – è bene ricordarlo – a larghissima maggioranza (222 contro 88 con i voti favorevoli di gran parte del centro sinistra, di Forza Italia e persino della Lega Nord), oggi ci piacerebbe chiedere un paio di cose.

Dove eravate solo un paio di mesi fa quando la maggioranza di cui fate parte approvava compatta le stesse modifiche che oggi vorreste cancellare? Perché non vi siete mossi durante i due anni di iter del disegno di legge limitandovi ad un ininfluente voto contrario alla Camera mentre tutto l’Ulivo compatto votava a favore? E per quale ragione oggi presentate con rullo di tamburi e cotillon un disegno di legge che, nella sua ragionevolezza tardiva, non ha alcuna possibilità di essere approvato?

Massimo Mantellini

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Pubblicato il
11 dic 2000
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