Cray sforna un supercomputer ibrido

Cray sforna un supercomputer ibrido

Lo storico marchio ha annunciato una nuova generazione di supercomputer che comprende modelli ad architettura ibrida, in parte basati su CPU scalari e in parte basati su CPU vettoriali e programmabili
Lo storico marchio ha annunciato una nuova generazione di supercomputer che comprende modelli ad architettura ibrida, in parte basati su CPU scalari e in parte basati su CPU vettoriali e programmabili

Seattle (USA) – Cray ha lanciato una nuova linea di supercomputer, la XT5, con cui spera di superare la lunga crisi che ormai da anni attanaglia le sue finanze. Della linea fanno parte sistemi esclusivamente basati sui processori Opteron Barcelona e sistemi ad architettura ibrida, contenenti sia CPU scalari general purpose (come gli Opteron) che chip vettoriali, dedicati invece a compiti specifici ed eventualmente programmabili.

Lo storico marchio dell’high performance computing afferma che i suoi supercomputer XT5h, dove la “h” sta per “hybrid” (ibrido), sono i primi ad adottare un’ architettura di calcolo eterogenea , formata da tipi fisicamente e tecnologicamente diversi di processore, ciascuno dedicato a compiti specifici. Cray sostiene che un’architettura eterogenea è più efficiente e versatile di una tradizionale, adattandosi in modo ottimale alle diverse tipologie di applicazione.

Questo modello, che l’azienda chiama adaptive supercomputing , viene utilizzato in sistemi formati da più server blade, ciascuno ottimizzato per una certa tipologia di calcolo: scalare, vettoriale e/o multi-threading. Ciò è possibile grazie al fatto che ogni server può contenere, oltre ai chip Opteron di AMD (essenzialmente scalari), altri tre tipi di processore : uno vettoriale di Cray, capace di elaborare certi problemi matematici in modo particolarmente efficiente; uno di TeraComputer (l’azienda che nel 2000 ha acquistato Cray assumendone il nome), adatto a far girare certe applicazioni multi-threaded; ed uno programmabile, che a seconda delle esigenze può essere configurato per svolgere compiti specifici.

In questi nuovi sistemi svolge un ruolo chiave il software che, analizzando in tempo reale il codice da elaborare, ha il compito di smistare i task fra i vari server. Questo software gira su Linux , il sistema operativo scelto da Cray per l’intera sua gamma di supercomputer (ibridi e non).

Tra i maggiori rivali dell’architettura ibrida di Cray vi sono le neonate piattaforme GPGPU (General-Purpose computing on Graphics Processing Unit), che consentono di realizzare supercomputer economici e discretamente potenti, sfruttando la potenza di calcolo vettoriale delle odierne schede grafiche e coordinandone il lavoro con quello delle comuni CPU.

Anche l’architettura Cell di IBM segue un concetto simile, seppure meno esasperato, a quello dei supercomputer ibridi di Cry: nel caso di Cell, infatti, le unità vettoriali – chiamate Synergistic Processing Units – sono integrate direttamente all’interno del processore. Va infine notato che oggi tutti i moderni processori general purpose, inclusi quelli di Intel e AMD , includono istruzioni vettoriali (come MMX e SSE).

Maggiori dettagli sui nuovi supercomputer di Cry sono riportati in questo comunicato ufficiale.

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Pubblicato il
7 nov 2007
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