Datagate, da Lavabit a Israele

Datagate, da Lavabit a Israele

Le vittime del Datagate si organizzano e portano le autorità USA in tribunale, mentre nuove rivelazioni sulle attività dell'intelligence evidenziano i contatti (passati) con Microsoft e le collaborazioni (presenti) con Israele
Le vittime del Datagate si organizzano e portano le autorità USA in tribunale, mentre nuove rivelazioni sulle attività dell'intelligence evidenziano i contatti (passati) con Microsoft e le collaborazioni (presenti) con Israele

Le ripercussioni dello scandalo Datagate sono destinate a farsi sentire ancora a lungo, soprattutto in merito a chi come Ladar Levison è praticamente ancora agli inizi della sua battaglia personale – e professionale – contro il trattamento ricevuto dalle autorità federali degli Stati Uniti.

Levison è entrato nelle cronache sulla sorveglianza globale della NSA e delle altre agenzia USA a tre cifre dopo essere stato costretto a chiudere Lavabit , servizio di email cifrate usato, tra gli altri, dallo stesso Edward Snowden per le sue comunicazioni “sensibili” con i giornalisti attivi sul caso Datagate.

Levison ha sempre sostenuto di aver voluto interrompere la fornitura del servizio piuttosto che divenire complice di un “crimine” contro i cittadini americani, un crimine di cui non può nemmeno discutere apertamente con il pubblico senza rischiare la galera.

L’imprenditore ha ora avviato una causa legale contro le autorità statunitensi, e mentre i dettagli della faccenda sono – neanche a dirlo – segreti, il diretto interessato dice che un eventuale esito favorevole aprirebbe la strada alla “resurrezione” di Lavabit come azienda con sede negli Stati Uniti.

Per una vicenda connessa al Datagate che si sviluppa – augurabilmente – alla luce del sole, un’altra emerge come semplice indiscrezione, ancorché dalla portata potenzialmente molto significativa: in passato, dicono le indiscrezioni, gli agenti dell’FBI avrebbero chiesto a Microsoft di inserire backdoor funzionanti all’interno del software di cifratura BitLoker, ennesimo tentativo di compromissione delle tecnologie crittografiche a cui gli ingegneri al tempo impiegati presso Redmond si sono apparentemente opposti.

Chi infine non ha mai avuto bisogno di backdoor per accedere ai dati altamente sensibili raccolti dalla NSA è l’intelligence israeliana, rivelano i documenti di Snowden consultati dal Guardian , visto che il Mossad ha la possibilità di consultare le informazioni “grezze” senza limitazioni legali di sorta. Anche sui cittadini statunitensi, la cui privacy, nelle assicurazioni del presidente Barack Obama, è tenuta in massima considerazione dagli spioni a stelle e strisce.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 13 set 2013
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