Dell, alla ricerca dell'accordo con SEC

Dell, alla ricerca dell'accordo con SEC

Il produttore statunitense annuncia ufficialmente di aver proposto un accordo alla commissione per i fattacci sugli sconti Intel prima del 2008. Pronti milioni di dollari, anche se la società continua a dichiararsi innocente
Il produttore statunitense annuncia ufficialmente di aver proposto un accordo alla commissione per i fattacci sugli sconti Intel prima del 2008. Pronti milioni di dollari, anche se la società continua a dichiararsi innocente

La cosa era nell’aria da tempo e ora arriva la conferma con l’annuncio ufficiale da parte dell’azienda: Dell ha proposto un accordo multi-milionario per chiudere l’investigazione della Securities and Exchange Commission (SEC) sulle pratiche finanziarie del produttore informatico inerenti i suoi rapporti con Intel fino al 2008.

La vicenda che coinvolge Dell deriva in maniera diretta dalle investigazioni antitrust che hanno messo Intel nel mirino sia negli USA che in Europa : le autorità del Vecchio Continente hanno sentenziato che il chipmaker sia colpevole di pratiche anticompetitive con la fornitura di pesanti sconti ai partner commerciali invogliati a scegliere CPU Intel al posto di quelle AMD, e Dell sarebbe appunto uno di questi partner.

Stando alle dichiarazioni ufficiali della società, con l’accordo presentato alla SEC Dell si impegna a pagare una somma consistente – 100 milioni di dollari di spesa previsti – per sistemare le accuse di frode e comunicazioni finanziarie falsate tra il 2003 e il 2008.

La mancata correttezza delle dichiarazioni sullo stato economico dell’azienda era già stata ammessa da Dell nel 2007, con quattro anni di bilanci “riscritti”, 359 milioni di dollari di ricavi e 92 milioni di dollari di profitti evaporati dalla sera alla mattina.

Non che la società si dichiari colpevole di alcunché: la proposta di accordo con la SEC non implica alcuna ammissione di comportamento illegale da parte di Dell . Il CEO Michael Dell – anch’egli chiamato a rapporto dalla commissione USA – verrebbe multato ma continuerebbe a lavorare all’azienda da lui fondata come se nulla fosse successo.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
19 lug 2010
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