Dmin.it e TPM, il ritardo è comprensibile

Dmin.it e TPM, il ritardo è comprensibile

Ne parla Alessandro Bottoni (No1984.org, Partito Pirata, FSFE), che spiega perché chi si batte per i diritti digitali talvolta non sta dietro alle novità che incalzano. Una soluzione - aggiunge - esiste. Ma dipende dalla buona volontà di tutti
Ne parla Alessandro Bottoni (No1984.org, Partito Pirata, FSFE), che spiega perché chi si batte per i diritti digitali talvolta non sta dietro alle novità che incalzano. Una soluzione - aggiunge - esiste. Ma dipende dalla buona volontà di tutti

In un suo editoriale, Cassandra Crossing/ DRM, angeli e demoni Marco Calamari tira (giustamente) le orecchie a No1984 per la sua latitanza nel rispondere alla vergognosa proposta avanzata al ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli e che riguarda la creazione di un sistema DRM avanzato e pervasivo (vedi: http://dmin.it/ ).
Calamari ha ragione e voi tutti meritate due righe di spiegazioni. Visto che sono un vecchio socio di No1984, un membro di FSFE ed il vice-presidente del Partito Pirata, mi assumo l’onere di spiegare, a nome di tutti, perché non ci sia stata da parte di molte associazioni una immediata sollevazione.

La ragione è semplicissima e per niente “politica”: non ne abbiamo avuto il tempo. Non abbiamo avuto il tempo né di leggere con la dovuta attenzione la proposta di Chiariglione, né di formarci una nostra opinione, né di “esternarla”. Ci è passata a fianco senza che avessimo una reale possibilità di reagire.

Viste dall’esterno, le varie associazioni di cui faccio parte possono sembrare delle vere macchine da guerra: attrezzate, organizzate, agguerrite e temibili. Nella realtà, sono tutte quante delle minuscole associazioni di volontari che fanno quello che possono, a loro spese e nel loro “tempo libero”. La più grossa delle associazioni a cui appartengo, FSFE, conta meno di mille adesioni in tutta Europa. La mia tessera, che risale ad un anno fa, porta il numero di serie progressivo 776. Il Partito Pirata, di cui sono vice-presidente, conta meno di 300 iscritti in tutta Italia. No1984 è portata avanti da una dozzina di persone. A parte alcuni “evangelist” di FSFE, nessuna di queste persone riceve un soldo da queste associazioni. Anzi: le deve sostenere finanziariamente in vari modi. Per contrasto, si ritiene che la sola Microsoft disponga di oltre 400 “evangelist” che praticano attività di lobby (legittima) a tempo pieno in giro per il mondo e che ognuno di essi venga pagato tra i 60 ed i 100.000 dollari l’anno (oltre a poter contare sul supporto di un’azienda che fattura centinaia di miliardi di dollari l’anno).

L’idea che molti si sono fatti delle associazioni di consumatori (come le nostre) è che siano delle specie di angeli custodi onnipotenti discesi dal cielo per difendere i cittadini dalle ingiustizie. Sarebbe bello che fosse così. In realtà sono poco più che delle “Armate Brancaleone” dotate solo di buona volontà e di competenze tecniche.

Noi, di FSFE, di No1984, del Partito Pirata e di altre associazioni non possiamo vincere da soli. Questa nostra défaillance sul caso Chiariglione lo dimostra chiaramente. Abbiamo un disperato bisogno dell’aiuto degli altri cittadini di questo paese, sia dal punto di vista “pratico” (ci vogliono altre persone che seguano gli avvenimenti politici e li commentino) sia dal punto di vista economico. Mentre noi siamo costretti a dibatterci tra le difficoltà, RIAA, MPAA, SIAE ed altri grossi “attori” del mercato e della vita politica possono mettere in campo specialisti di alto livello, profumatamente pagati, per difendere i loro interessi. Semplicemente, non c’è gara.

Giustizia e Libertà non sgorgano dalle fontane. Si conquistano giorno per giorno, lottando in prima persona su un campo di battaglia sempre più difficile.

Se davvero volete contrastare le iniziative inique, come la Proposta di Chiariglione, fatevi avanti. Iscrivetevi alle nostre associazioni, lavorate con noi, fateci avere dei soldi. Sì: soldi. Brutta parola, quasi una bestemmia, ma inevitabile. Non possiamo lottare da soli, senza risorse, contro i giganti del settore. Abbiamo bisogno di voi.

PS: Mentre succedevano queste cose, il Presidente del Partito Pirata, Athos Gualazzi, io ed un pugno di altre persone stavamo dando vita al primo numero della rivista del Partito Pirata . Nello stesso momento, Athos, io ed alcune altre persone stavamo creando il sito dedicato ad Anonet . Io, da solo, stavo scrivendo due articoli (di prossima pubblicazione su due notissime riviste italiane) su Anonet ed alcuni altri articoli sull’uso delle SmartCard con Linux e sulle Mesh Networks. Tutto questo mentre, insieme al mio preziosissimo amico e collega Luca Sartoni stavamo creando siti web ed infrastrutture IT aziendali per alcuni clienti. Quest’ultima è l’unica attività di questo lungo elenco che sia remunerata in misura tale da poterci vivere. Io, personalmente, vivo di quello.

Alessandro Bottoni
vice-presidente partito Pirata Italiano

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Pubblicato il 10 dic 2007
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