Droni, la giungla aerea di Amazon

Droni, la giungla aerea di Amazon

L'azienda di Jeff Bezos vuole regole a favore dei dei droni. Propone di riservare uno spazio aereo per continuare la sua sperimentazione ed arrivare alle consegne via UAV
L'azienda di Jeff Bezos vuole regole a favore dei dei droni. Propone di riservare uno spazio aereo per continuare la sua sperimentazione ed arrivare alle consegne via UAV

Guardando all’orizzonte temporale in cui saranno permessi gli utilizzi di droni per la consegna di pacchi, Amazon ha avanzato la proposta di iniziare ad individuare e regolamentare uno spazio aereo specifico da riservare al loro volo .

Il servizio di e-commerce ha dimostrato già apertamente l’interessamento nei confronti delle possibili applicazioni in campo commerciali dei droni volanti: ha ottenuto il permesso per la sperimentazione, ha depositato un brevetto che ne rivendica la tecnologia e sta mettendo alla prova altri sistemi, proporzionati alle diverse dimensioni degli oggetti da trasportare.
Come Amazon, anche realtà come Google ed il produttore di camion dell’Ohio Workhorse stanno investendo nella ricerca in droni, a dimostrazione del fatto che il settore è assolutamente promettente: nel caso di Workhorse l’idea è quella di impiegarli a supporto dei suoi autisti al momento del carico o dello scarico dei camion.

Nonostante tutte queste idee, questo interesse e queste proposte, la Federal Aviation Administration (FAA), l’organismo che negli Stati Uniti monitora e vigila sui cieli, ha dimostrato negli ultimi anni una certa diffidenza rispetto all’utilizzo commerciale dei droni: a preoccupare – negli Stati Uniti come in altri paesi – sono i pericoli legati a degli oggetti che possono cadere in testa ad ignari passanti, che possono interferire con il traffico aereo, e attentare alla privacy. Come dimostrano diversi sondaggi sulla questione – d’altronde – le paure di FAA riflettono quelle della popolazione.

Per cercare di superare queste diffidenze, dunque, ora Amazon cerca la via della regolamentazione e sta per questo lavorando ad una bozza di sistema per il traffico aereo che ha per la prima volta presentato nel corso di una conferenza sponsorizzata dalla NASA presso l’ Ames Research Center di Mountain View: proprio un team della NASA, d’altra parte, aveva già avanzato la possibilità di creare un sistema per dirigere il traffico aereo dei droni, chiamato per il momento Unmanned Aerial System Traffic Management .

Proprio l’interesse di più soggetti al settore degli UAV, d’altra parte, in assenza di una regolamentazione specifica, rischia di creare caos e confusione nei cieli, finendo per realizzare le peggiori paure di incidenti e pericoli paventate dagli osservatori e dalle autorità.

“Possiamo essere sicuri ed efficienti – ha riferito il direttore responsabile del progetto droni ad Amazon Gur Kimchi – se tutti sono sicuri ed efficienti”.

Nel dettaglio la proposta di Amazon è quella di riservare una zona aerea più bassa di quella dedicata agli aerei : una fascia compresa tra i 200 ed i 400 piedi (65-122 metri) di altezza per quelli più veloci e leggermente più bassa per il traffico locale dei droni più lenti.

Spazio aereo

Inoltre, Amazon propone di redigere un database dei pericoli aerei conosciuti (torri, edifici, alture) da condividere tra i controllori dei droni.

Per quanto riguarda i droni che devono compiere viaggi più lunghi, Amazon propone che siano obbligatoriamente dotati di sensori per individuare uccelli ed altri pericoli passeggeri e di connessione ad Internet e che notifichino il loro tragitto in anticipo : in questo modo il traffico potrà essere sempre sotto controllo, il dispositivo potrà essere tracciato e l’operatore eventualmente avvertito di pericoli in tempo reale, così da poter prevenire gli incidenti.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 29 lug 2015
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