EJamming, il mondo suona tutto insieme

EJamming, il mondo suona tutto insieme

Consentirà a band navigate, artisti sconosciuti e ambiziosi strimpellatori di suonare e registrare over-IP insieme ad altri musicisti dislocati in Rete. Grazie a tecnologie peer-to-peer
Consentirà a band navigate, artisti sconosciuti e ambiziosi strimpellatori di suonare e registrare over-IP insieme ad altri musicisti dislocati in Rete. Grazie a tecnologie peer-to-peer

I rockettari più incalliti stanno già trasferendo computer e cavetteria dalle camerette agli scantinati, isolati alla meglio: da marzo potranno schitarrare in compagnia di musicisti disseminati in ogni parte del globo. Sarà eJamming AUDiiO a consentire loro di ricreare una sala di registrazione virtuale, a distanza, connessa in Rete.

L’idea, rivela uno dei cofondatori del già noto eJamming , Alan Jay Glueckman, è balenata pensando al cugino, batterista degli Aerosmith: ai musicisti potrebbe risultare utile l’opportunità di lavorare a distanza. Ed ecco che è nato il primo eJamming, nel settembre 2005. Questa prima versione consentiva di interagire con protocollo MIDI , con suoni limitati da quella tecnologia. Ma la nuova versione di eJamming, AUDiiO, presentata alla californiana Demo07 Conference , consentirà di integrare anche la voce e il realismo degli strumenti acustici, per offrire un’esperienza analoga ad una sessione di prova e registrazione dal vivo.

È stata un’operazione complessa contenere il problema dei tempi di latenza , del feedback che lo strumento restituisce al musicista, ha rivelato Glueckman a Wired . Se i file MIDI non occupano che pochi kbyte, i suoni originati da strumenti acustici devono essere digitalizzati e compressi senza che vengano snaturati, bilanciando qualità e mole di dati per favorirne la trasmissione, che correrà su una rete peer to peer, senza server centrale.

Un’altra questione da considerare è stata la sincronizzazione tra i musicisti: l’algoritmo, proprietario, che gestisce il segnale audio, fungerà da direttore d’orchestra trasmettendo nelle cuffie il suono emesso dallo strumento del musicista solo nel momento in cui il suono stesso raggiungerà gli altri nodi della rete, con un ritardo artificiale che dovrebbe mantenersi nell’ordine dei 50 millisecondi. Un ritardo che qualcuno giudica poco tollerabile.

Oltre all’opportunità di suonare, improvvisando con conoscenti e sconosciuti online (eJamming prevede anche una rete di social networking , in modo da poter improvvisare anche i gruppi), eJamming potrebbe rappresentare un canale completo attraverso il quale organizzare lezioni di musica, soprattutto se offrirà la possibilità di comunicare anche visivamente.

Attempate ma lungimiranti signore già hanno colto la possibilità offerta da eJamming, e, su YouTube, postano video garbati invitando aspiranti pianisti ad iscriversi alla loro Accademia di Musica Online.

Cosa è necessario per iniziare a “suonare over IP”? Un’interfaccia audio che permetta di acquisire il suono, un microfono, un paio di cuffie e quindici dollari al mese per l’iscrizione, una volta scaduto il free trial . Altrettanto fondamentale una connessione a Internet stabile, una broadband degna di essere definita tale, anche in uscita. Questo l’elemento che, più degli altri, secondo i promotori consente un’esperienza gratificante, che possa giustificare un abbonamento discretamente salato. Un prezzo di accesso che altre soluzioni non richiedono: Ninjam offre un servizio simile, gratuitamente. Idem, finché non sperimenterà modelli di business alternativi all’abbonamento, basati sulla pubblicità, per Audiofabric , che ha anche l’ambizione di mettere in contatto i musicisti con il loro pubblico, offrendo visibilità ai gruppi e alle loro registrazioni.

Quello offerto da eJamming AUDiiO si affermerà come modello di successo? La telefonia VoIP sembra funzionare, la Rete e i mondi virtuali si stanno affollando di conferenze e di meeting a distanza. Ma qualcuno rimane perplesso: riducete pure il lag a zero, l’affiatamento si conquista sudando in una stanza umida, tutti insieme sotto lo stesso soffitto rivestito di pannelli fonoassorbenti.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
2 feb 2007
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