Facebook può tornare a rastrellare dati in Belgio

Facebook può tornare a rastrellare dati in Belgio

Anche se i dati appartengono a cittadini che risiedono entro i confini del paese, la giustizia belga stabilisce di non poter decidere di un'azienda con sede in Irlanda
Anche se i dati appartengono a cittadini che risiedono entro i confini del paese, la giustizia belga stabilisce di non poter decidere di un'azienda con sede in Irlanda

Facebook potrà tornare a raccogliere dati di utenti che visitano le sue pagine, o pagine terze con installato il suo plugin, senza essere registrati (o semplicemente loggati) alla sua piattaforma. A riferirlo è la Corte di Appello di Bruxelles, che non entra nel merito, ma si limita alla questione giurisdizionale e al fatto che una Corte belga non ha giurisdizione internazionale su Facebook Irlanda , società sui cui datacenter sono raccolti tutti i dati relativi all’Europa.

Il caso risale al novembre del 2015, quando Facebook era stata condannata per l’accesso (e la raccolta) di dati di utenti non registrati sulla sua piattaforma al momento dell’accesso a pagine terze dove sono presenti i suoi plugin (e di conseguenza i cookie).

Il social network rischiava una multa di 250mila euro al giorno nel caso non si fosse adeguata alle disposizioni e in particolare al divieto di accesso ai dati degli utenti non registrati imposto dall’ordinanza belga e per questo aveva deciso di chiudersi ai non utenti: solo gli utenti loggati ai suoi servizi potevano dunque accedere nel paese a tutti i suoi contenuti, anche a quelli condivisi come pubblici dai propri utenti.

In questo modo il social network dichiarava di voler far accedere ai contenuti solo gli utenti espressamente d’accordo con le sue policy, ma affermava anche implicitamente di non voler modificare le sue policy in materia di privacy, e rinviava la palla alle istituzioni, che si trovavano nello scomodo ruolo di “censore” intervenuto per proibire l’accesso a determinati contenuti.

La nuova decisione della Corte d’Appello, se non dovrà essere rivista in un nuovo grado di giudizio, chiude la questione aggirando il problema e facendolo diventare un problema europeo, in maniera dissimile dall’ orientamento adottato recentemente in Italia dal Garante privacy.

Facebook, per il momento, ha naturalmente espresso soddisfazione per la nuova decisione e per la possibilità di “portare nuovamente online tutti i nostri servizi a disposizione dei cittadini del Belgio”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 1 lug 2016
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