FCC, è quasi neutralità

FCC, è quasi neutralità

La commissione guidata da Genachowski intende far rientrare le linee dedicate al broadband nella regolamentazione dei tradizionali servizi di telecomunicazione. Per dotarsi poteri più estesi, con buona pace di Comcast
La commissione guidata da Genachowski intende far rientrare le linee dedicate al broadband nella regolamentazione dei tradizionali servizi di telecomunicazione. Per dotarsi poteri più estesi, con buona pace di Comcast

C’è chi ha parlato di decisioni che metteranno un punto al tanto acceso dibattito sulla neutralità della Rete. Qualcun altro ha invece annunciato un futuro di fuoco per Internet e la sua regolamentazione a livello federale. In effetti, lo scontro si è già infiammato in terra statunitense: da una parte, chi ha parlato di misure non affatto necessarie, di un vero e proprio limbo legale ad attendere al varco la Federal Communications Commission (FCC).

Dall’altra, tutti quei sostenitori dei principi alla base della cosiddetta net neutrality : che l’accesso ai vari contenuti del web sia assolutamente libero per tutti, soprattutto non discriminatorio. Tra questi, un pugno di senatori democratici statunitensi, che ha esplicitamente garantito tutela politica al chairman di FCC Julius Genachowski. E alla sua terza via nella ricerca di un adeguato contesto legale , per risolvere quello che è stato definito Comcast dilemma .

Circa due anni fa, FCC aveva sanzionato Comcast per le sue abitudini di filtraggio del traffico BitTorrent. Ma, all’inizio dello scorso aprile , un panel di tre giudici a stelle e strisce aveva ribaltato la decisione della commissione, stabilendo la piena legalità delle attività del provider. In sostanza, FCC non aveva alcun diritto di intervenire nella questione, non avendo competenza a livello giurisdizionale .

Una visione, quella dei tre giudici, che aveva tracciato un confine alle possibilità d’intervento della commissione guidata da Genachowski, da tempo impegnata nella regolamentazione della neutralità della Rete. A partire da quei quattro principi risalenti al 2005, a cui si erano poi aggiunte due nuove linee guida , per prevenire sia un uso discriminatorio da parte degli ISP che una gestione poco trasparente dei rispettivi network.

Genachowski sembra ora fare sul serio , spingendo quegli stessi principi all’interno di un contesto legale più definito e tutelato. Le linee dedicate al broadband dovranno rientrare in regole vecchie di anni, ovvero quelle che hanno finora gestito i classici network telefonici . In pratica, andrebbero a ripararsi sotto l’ombrello legale del Title II del Communications Act .

Quindi – stando ad un documento ufficiale diramato da FCC – si tratterebbe di riconoscere la componente di trasmissione dei servizi d’accesso al broadband come un più tradizionale servizio di telecomunicazione . Questo darebbe alla commissione un potere più esteso di quello attuale, innanzitutto sulle dinamiche di prezzo, quindi sulle attività dei vari provider. Proprio come quella di Comcast nei confronti del torrentismo .

Un approccio che non intende però trasformarsi in un intervento invasivo sulle esigenze di mercato degli operatori. L’obiettivo di Genachowski pare limitarsi alla garanzia che non ci siano trattamenti diseguali, che non si creino corsie preferenziali e discriminazioni di bit. FCC non mira cioè a regolamentare servizi, applicazioni e contenuti di Internet , né siti di commercio elettronico.

Nello stesso documento ufficiale, Genachowski ha sottolineato come solo l’aspetto dei servizi d’accesso al broadband debba rientrare nell’ambito dei servizi di telecomunicazioni. Una mossa che ha trovato certamente il plauso di protagonisti del web come Google e eBay, già impegnati nel supporto a FCC per garantire a tutti i netizen il libero accesso ai vari servizi.
Ma allo stesso tempo una decisione contrastata in maniera vigorosa dagli alti dirigenti dei vari operatori, che temono a questo punto il taglio di milioni di dollari negli investimenti verso i propri network. Oltre che la perdita di migliaia di posti di lavoro e l’inasprirsi della battaglia in tribunale. Dichiarazioni che fanno presagire un solo prossimo futuro: la guerra aperta sul campo della neutralità della Rete.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
7 mag 2010
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