Google e Verizon, unite per la neutralità?

Google e Verizon, unite per la neutralità?

BigG e l'operatore statunitense avrebbero parlato con FCC, prima di stringersi la mano. Secondo le indiscrezioni, il secondo si impegnerà a non discriminare servizi e contenuti del web. Ma non per quanto concerne i network mobile
BigG e l'operatore statunitense avrebbero parlato con FCC, prima di stringersi la mano. Secondo le indiscrezioni, il secondo si impegnerà a non discriminare servizi e contenuti del web. Ma non per quanto concerne i network mobile

Si tratta di indiscrezioni che, una volta confermate, aprirebbero un nuovo, significativo scenario nell’ambito del delicato dibattito sulla net neutrality in terra statunitense. Fonti rimaste anonime hanno illustrato i pur scarsi dettagli su un eventuale accordo tra Google e il provider Verizon .

Una stretta di mano probabilmente inaspettata , date le differenti posizioni adottate dai due player in materia di neutralità della Rete. Verizon e BigG avrebbero in primis raggiunto un accordo con la Federal Communications Commission (FCC) guidata dal chairman Julius Genachowski, da tempo impegnata in una cosiddetta terza via , per riclassificare l’accesso al broadband come comune servizio di telecomunicazione.

Verizon si impegnerà – stando alle indiscrezioni – a non discriminare i vari contenuti e servizi del web , quindi evitando di dare priorità di banda o soffocare applicazioni sgradite. Un impegno che non sarebbe tuttavia stato preso per quanto concerne il quotidiano traffico dati all’interno dei network wireless per il mobile .

Uno stesso portavoce di Verizon ha velatamente confermato la faccenda, parlando di un rapporto di almeno 10 mesi con BigG. Obiettivo, raggiungere un accordo che riesca a mantenere una Internet aperta, oltre che alimentare l’innovazione necessaria a sostenerla.

Il CEO di Google Eric Schmidt ha negato ogni ufficialità , parlando tuttavia di una sorta di via di mezzo da trovare insieme a Verizon. Ovvero un compromesso tra le posizioni più intransigenti degli attivisti della neutrality e quelle degli operatori delle telecomunicazioni.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 5 ago 2010
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