Google paga milioni per l'intelligenza artificiale

Google paga milioni per l'intelligenza artificiale

Mountain View conferma l'investimento anche se non precisa quanti soldi ha speso per il suo nuovo acquisto: DeepMind. La robotica (intelligente) sempre più al centro degli interessi di Brin, Page e soci
Mountain View conferma l'investimento anche se non precisa quanti soldi ha speso per il suo nuovo acquisto: DeepMind. La robotica (intelligente) sempre più al centro degli interessi di Brin, Page e soci

Fonti anonime ma bene informate sui fatti hanno reso pubblico l’ultimo acquisto di Google, vale a dire la startup britannica DeepMind specializzata in intelligenza artificiale (IA). L’acquisto, stimano le fonti, sarebbe valso ben 400 milioni di dollari. Ma a tale riguardo le opinioni e i rumor sono discordanti.

Google ha in seguito confermato l’acquisizione senza riferire ulteriori particolari in merito, e altrettanto mistero circonda le specifiche competenze di DeepMind a parte il fatto che la società “combina le migliori tecniche dal machine learning alla neuroscienza dei sistemi per realizzare potenti algoritmi di apprendimento general-purpose”.

A far risaltare l’operazione c’è – tra le altre cose – il nome di uno dei fondatori di DeepMind, vale a dire quel Demis Hassabis considerato un prodigio negli scacchi, nei videogiochi e nella programmazione di settore, con all’attivo lo sviluppo di titoli storici (Syndicate, Theme Park) e meno riusciti ma ambiziosissimi (Republic: The Revolution, Black & White).

Nuovi, ulteriori dettagli sull’acquisizione parlano poi di una gara tra Facebook e Google vinta da quest’ultima e un prezzo reale che si aggirerebbe sui 500 milioni di dollari, e a rimarcare ulteriormente l’interesse di Mountain View nel campo della robotica arrivano i rumor sull’istituzione di un board “etico” interno alla corporation per impedire l’abuso delle robo-tecnologie in sviluppo.

Se son rose fioriranno, se son droni si vedrà. Per il momento il sito di DeepMind – nient’altro che poche linee di codice e qualche riga di testo – continua a citare “simulazioni, e-commerce e giochi” come le prime applicazioni commerciali dell’IA sviluppata da Hassabis e soci.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
27 gen 2014
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