Google Street View, strade che scompaiono

Google Street View, strade che scompaiono

Vengono rimosse le immagini che immortalano proprietà private, ma anche gli scorci di quartieri a luci rosse, svanite da un servizio analogo a quello offerto da BigG
Vengono rimosse le immagini che immortalano proprietà private, ma anche gli scorci di quartieri a luci rosse, svanite da un servizio analogo a quello offerto da BigG

Il divieto d’accesso vale anche per Google Street View, le automobili della grande G non sono autorizzate a sconfinare nella proprietà privata e Google Street View dà il via alla contrita rimozione. Un fazzoletto di terra nei pressi di Minneapolis non è più percorribile in rete con la panoramica a livello stradale. Ma le immagini del mondo a rimbalzare in rete sono sempre più: inevitabile fermentino controversie quando si sconfina in ritagli di vita privata, quando la mappatura fotografica si spinge nei quartieri a luci rosse e diventa sistematicamente testimonianza di presenze equivoche.

North Oaks North Oaks è un angolo di città nel quale vigono delle regole a sé: 14 chilometri quadrati di tranquillità bucolica punteggiata di case, laghetti, selve artificiali e delimitata da segnali che indicano la natura privata del quartiere. Sono stati segnali evidentemente ignorati dai mappatori a bordo della automobili di Google equipaggiate con la cam rotante in grado di fotografare la realtà da integrare nella mappe online di Mountain View.

I 4500 abitanti della comunità di North Oaks, adocchiate le foto online, si sono riuniti in consesso: la quiete delle strade private ad uso e consumo dei soli cittadini e dei loro graditi ospiti è stata infranta dall’invadente mappatura fotografica. È così che il sindaco ha redatto una lettera indirizzata a Mountain View, rea, lo testimoniano le immagini sbattute online, di aver varcato i limiti della comunità : “Perdoneremo il vostro sconfinamento in cambio della rimozione delle immagini di North Oaks dal servizio Street View”.

“Non è una pretesa di tenere lontano il mondo che proviene da persone con la puzza sotto il naso – ha spiegato il sindaco Thomas Watson – Google non aveva davvero alcuna autorizzazione di introdursi in una proprietà privata”. Non hanno dunque nulla da nascondere i cittadini della comunità di North Oaks: intendono semplicemente sfuggire al voyeurismo dei netizen, almeno quando si trovano confinati nell’intimità della loro comunità privata . Non basta quindi la promessa di Google di sfocare i tratti del volto, di rendere irriconoscibili le targhe della automobili: le loro abitazioni e l’ambiente privato che le circonda deve essere accessibile solo agli occhi autorizzati. Google, che in passato aveva ammesso di non essere infallibile nel contenere i propri safari fotografici, ha accolto la richiesta dell’intera comunità: North Oaks è scomparsa dalle panoramiche di Google Street View.

Se Google, dopo il rumoreggiare di gruppi di pressione , di comuni cittadini e di numerose autorità ha promesso che sopperirà alla propria invadenza rendendo irriconoscibili passanti e protagonisti di gaffe immortalate dalla cam, esistono altri servizi che non sono ancora in grado di spingersi a tanto. È così che per rimediare a situazioni spinose e prevenire problemi sollevati dalle persone che costellano le vie cittadine online scelgono la via dell’oscuramento.

Pattaya È il provvedimento al quale è ricorso MapJack , un servizio analogo a Google Street View che, oltre ad offrire immagini stradali di alcune città degli States, si è addentrato nel quartiere a luci rosse di Pattaya, città thailandese destinazione del turismo sessuale occidentale. È stato il Sydney Morning Herald a puntare i riflettori sulla vita di strada catturata dalle cam di MapJack. Nessuna lamentela, nessuna richiesta di rimozione sembra aver colpito nei mesi scorsi MapJack, ha spiegato una portavoce del servizio.

Nel giro di pochi giorni, Pattaya è scomparsa dalla lista delle città visitabili online. Non si tratta di un problema tecnico, avvertono dal quotidiano australiano, citando a testimonianza una voce di Wikipedia in un curioso gioco autoreferenziale . Che i turisti immortalati sulla soglia di un club abbiano chiesto di essere resi irriconoscibili? Che le persone incuriosite dall’affollamento dei locali di Pattaya abbiano inoltrato la richiesta di procedere all’offuscamento del proprio volto? Nessuna risposta da MapJack: il business del turismo virtuale è in ascesa, gli investimenti da fare sono ancora molti, competere con Google è un’impresa complessa, anche senza avere alle costole migliaia di turisti spaventati e inviperiti.

Gaia Bottà

(fonte immagini: qui e qui )

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Pubblicato il
3 giu 2008
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