Google: su Internet cova il Male

Google: su Internet cova il Male

Gli esperti di BigG non hanno dubbi: il malware si annida ovunque e i cattivi prosperano sulle spalle degli utenti. La soluzione? Una sola
Gli esperti di BigG non hanno dubbi: il malware si annida ovunque e i cattivi prosperano sulle spalle degli utenti. La soluzione? Una sola

Navigare la Rete può trasformarsi da sogno ad incubo in un paio di clic. Su Internet abbondano i malfattori e le loro creazioni : pagine perfide, capaci di attaccare il computer del surfer, rubargli il cuore e magari pure la carta di credito. E contro tutto questo male c’è un solo rimedio: occhi aperti e antivirus fresco.

Lo sostiene Neils Provos, ingegnere del software di Google, che in una intervista a PCWorld illustra i risultati di 12 mesi di indagini da parte dei crawler di BigG in cerca di siti cattivelli. Dopo aver scandagliato miliardi di pagine, il totale dei domini pericolosi si è assestato sui 3 milioni , centinaio più o centinaio meno: sarebbe a dire che ogni 1000 siti almeno 1 è pericoloso .

Una faccenda che a Mountain View prendono molto sul serio, forse perché in passato anche il network Blogger e il motore di ricerca stesso erano finiti nella lista dei cattivi. E se non bastasse il supporto a StopBadware.org , se non bastassero le pagine di avviso quando si clicca nelle ricerche, ora è giunto il momento di evangelizzare e spiegare correttamente quali sono i rischi del navigare e dove si annidano.

Curiosamente, racconta Provos, l’equazione siti-vietati-ai-minori uguale malware non regge : “Abbiamo verificato con attenzione la questione, e abbiamo scoperto che chi naviga sulle pagine per adulti non rischia di essere esposto a codice pericoloso più degli altri”. Vale a dire che non è necessario andare in cerca di donnine per trovare guai.

La minaccia sembra soprattutto arrivare dall’est: la Cina, col 67 per cento di tutti i siti spara malware, si piazza in testa alla classifica poco meritoria del paese più infestato. Il problema, spiega Provos, è che i webmaster e gli admin cinesi sono poco attenti alla questione sicurezza : i domini si registrano in quattro e quattr’otto, e il risultato sono veri e propri “siti usa e getta” adoperati esclusivamente per catturare gli sfortunati navigatori.

Al secondo posto ci sono gli Stati Uniti . Raccolgono un più modesto 15 per cento, ma basta e avanza per staccare Russia (4 per cento), Corea del Sud e Malaysia (2 e 2,2 per cento). Un problema diffuso, dunque, che dimostra come i criminali di tutto il mondo siano sempre più bravi a scovare le falle del software e sfruttarle per trasformare il web in un inferno.

E ora, a detta degli analisti, anche i terminali mobili sarebbero sempre più minacciati. I virus per Symbian OS sono noti, alcuni hanno anche mietuto diverse migliaia di vittime: in Giappone, paese dove i telefonini sono onnipresenti, la minaccia sarebbe sempre più reale al crescere della diffusione degli smartphone. Un ritornello già noto, che ricorda ai proprietari di cellulari tuttofare che, sebbene siano ancora poco diffusi, i virus per questi prodotti esistono già.

Che siano cellulari, palmari, laptop o PC, la soluzione – a detta di Provos – per proteggersi resta la stessa: antivirus aggiornati. Ma Neils ha anche due consigli aggiuntivi da donare alla comunità. Il primo, rivolto ai navigatori, è di aggiornare non solo l’antivirus ma anche il software a bordo del proprio computer. Il secondo, rivolto ai webmaster , è di costruire siti strutturalmente più sicuri : “Ci vuole uno sforzo congiunto di tutte le parti coinvolte – conclude Provos – per debellare il problema”.

Luca Annunziata

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Pubblicato il 18 feb 2008
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