I CD a prova di copia sono già fra noi

I CD a prova di copia sono già fra noi

Sarebbero quasi un centinaio di migliaia i CD non copiabili immessi sul mercato da alcune importanti major discografiche negli scorsi mesi. Chi ha avvertito i consumatori dei limiti a cui vanno incontro?
Sarebbero quasi un centinaio di migliaia i CD non copiabili immessi sul mercato da alcune importanti major discografiche negli scorsi mesi. Chi ha avvertito i consumatori dei limiti a cui vanno incontro?


Sunnyvale (USA) – Già da qualche mese alcune grosse case discografiche stanno riversando sui mercati di tutto il mondo migliaia di copie di CD protetti, e questo all’insaputa dei consumatori.

A svelarlo è la stessa Macrovision, che ha già fornito la propria tecnologia anti-copia a diverse etichette e che con loro ha avviato da sei mesi dei test di mercato distribuendo circa 100.000 CD protetti.

La tecnologia di Macrovision non impedisce che i CD possano essere letti da PC, come invece fa quella di SunComm , ma ogni qual volta si copia una traccia digitale da CD a PC il meccanismo di protezione introduce nei file audio dei fastidiosi rumori che lo rendono di fatto inascoltabile.

Alcuni avvocati sostengono che non solo le etichette avrebbero dovuto avvertire i consumatori dell’immissione sul mercato di questa protezione anti-copia, ma ritengono anche non molto legittima la limitazione che impedisce di fatto agli utenti non solo di trasportare musica da un CD verso un PC od un qualsiasi altro dispositivo digitale, ma anche di potersi creare la propria e sacrosanta copia di backup.

L’altro dubbio, ancora tutto da estinguere, è se questo genere di protezioni possano in qualche modo influire sulla qualità finale dell’audio riprodotto. BMG Music dovette già abbandonare, qualche tempo fa, l’idea di proteggere i CD con una tecnologia analoga quando venne alla luce un’incompatibilità fra questa protezione e alcuni lettori di CD.

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Pubblicato il
20 lug 2001
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