Il gusto di bloggare

Il gusto di bloggare

di Vx. Cosa affiora da Blogger? I diari on line sono la specie più diffusa. Le persone scrivono i loro pensieri, più o meno intimi, inserendo link tra le righe e url ad altri blogger fino a creare i blogring
di Vx. Cosa affiora da Blogger? I diari on line sono la specie più diffusa. Le persone scrivono i loro pensieri, più o meno intimi, inserendo link tra le righe e url ad altri blogger fino a creare i blogring


Roma – Bloggare, questo neologismo sembra uscito da un cartone animato per bambini, ed invece viene pronunciato da schiere di web-maniaci nazionali, con la variante inglese “blogging”, che non è come sembra una nuova forma di fitness.

Blog, contrazione di web-log. Gli americani contraggono qualsiasi cosa. Evidentemente sono sensibili al fascino di sigle e pseudo codici… ma questa è un’altra storia.

Cos’è un weblog? Semplicemente un inserimento di dati quotidiano su una pagina web, una specie di “diario” professionale, personale o colloquiale. Può essere redatto da una o più persone (ed in questo caso parliamo di blog multiutente). Fin qui sembra una normale procedura di inserimento dati tramite ftp. Niente di nuovo sotto il sole. Sbagliato. La Pyra Labs di San Francisco, fondata da Evan Williams ha creato con un pugno di soci “Blogger”, una sorta di web-based software di inserimento dati totalmente gratuito. Ciò significa che in qualsiasi parte del mondo io mi trovi, posso accedere alla mia pagina ed aggiornarla semplicemente con un collegamento internet.

Come faccio? Vado al sito di Blogger, inserisco la mia password, scrivo il testo e clicco su “pubblica”. Interfaccia stile editor di testo. Nessun software aggiuntivo, non è necessario conoscere il codice HTML. Posso scegliere tra vari modelli di blog predefiniti, i cosiddetti template, o posso scegliere di personalizzarlo come più mi piace.

L’idea in sé sembra banale ed inutile: in fin dei conti se uso sempre lo stesso PC e ho un sito in cui aggiorno regolarmente il contenuto tramite ftp a che mi serve Blogger? Come disse un mio amico “è come entrare in casa passando dal balcone della vicina”. Vero. Ma se voglio farlo da un PC in un internet cafè, ad esempio, lo posso fare senza installare nulla, e da qualsiasi tipo di piattaforma.

Il successo di Blogger infatti è stato esponenziale e sotterraneo. In questo caso il passaparola dei primi “bloggatori” è stato il vero motore di questo boom. E-zine, quotidiani internazionali e nazionali se ne sono accorti con almeno 3 mesi di ritardo rispetto all’utenza. L’interesse suscitato ha visto i gestori di Blogger costretti ad acquistare server aggiuntivi per sopperire all’enorme traffico di dati, grazie anche al contributo degli utenti stessi: paradossalmente Blogger e Pyra Labs economicamente non navigano in ottime acque. La new economy americana uccide anche le idee umanamente interessanti a favore di profitti immediati.

Ma chi sono gli utenti di Blogger? Aziende e privati ovviamente. Ma sono proprio questi ultimi lo zoccolo duro. I diari on line “made with blogger” sono la specie più diffusa. Le persone scrivono i loro pensieri, più o meno intimi, inserendo link tra le righe, inserendo anche gli url di altri blogger fino a creare una sorta di comunità, i cosiddetti “blogring”.

Ma una volta i diari personali non erano segreti? Evidentemente i tempi cambiano, e si vede. La voglia di esserci, di esibizionismo, di far sentire la propria voce, di comunicare, rende blogger un mezzo discreto e democratico per perseguire questi scopi. Internet ha creato nuovi metodi di espressione e Blogger è uno di essi: ha successo perché è meno affollato di una chat, meno personale di un instant messanger, meno asettico di una mail.

Inoltre la navigazione personale spesso funziona meglio di qualsiasi motore di ricerca e sui blog spesso si trovano link a siti davvero interessanti. Tenendo conto che nella maggior parte dei casi i link che si trovano, ad esempio, sui suddetti motori di ricerca o su un portale sono messi lì perchè hanno pagato per esserci. Molto old economy.

Il fenomeno in Italia credo sia partito (dico credo, perché non mi sono mai addentrata nel dettaglio) da Derek Powazek, conosciuto dai ragazzi di Netart lo scorso agosto. Powazek, piccola nota biografica, è un webdesigner molto conosciuto, creatore di Fray, ed esperto in comunità virtuali. I lettori di Netart hanno fatto il resto e il fenomeno si è esteso, fino a far parlare dei bloggatori nostrani il Corriere della Sera e la Repubblica. Gli articoli però non ne hanno colto il vero spirito hanno dipinto la solita facciata da popolo internettiano disadattato, sessualmente frustrato, capace di scrivere solo amenità. Che visione ottusa. Sembra il TG della sera: “Chatta con sconosciuto. Violentata!” o anche “Web-dipendente cerca di disintossicarsi”. Il sensazionalismo nei confronti del mezzo internet è ancora in voga, ma credo che ormai faccia scalpore solo tra gli ottantenni.

Torniamo a Blogger. Personalmente trovo il mezzo divertente, lo uso ormai da 6 mesi, e pur non bloggando per farmi “leggere”, ho un discreto numero di lettori entusiasti ed assidui. E ‘ strano, perché scrivo sempre e comunque per me e non per gli altri. Evidentemente curiosare nella mia vita, che vi assicuro è parecchio banale, a qualcuno piace. Io per contro curioso in quella altrui, leggendo gli altri blog come si legge il quotidiano bevendo il caffè al mattino. Una volta creato, comunque, il blog è un diletto che diventa quasi un obbligo. Sento spesso persone dire “non riesco più a bloggare, sarò costretto a chiuderlo…” e questo è visto con dispiacere, quasi come veder partire un amico per un posto lontano. Uno dei tantissimi blog sparsi nella rete aveva come titolo “addicted to blog”. Niente di più vero. Ma non nuoce alla salute. Volete provare?

Vx

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Pubblicato il
10 mar 2001
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