Il più grande occhio digitale è puntato sui NEO

Il più grande occhio digitale è puntato sui NEO

Raccoglierà ogni notte dieci terabyte di dati, per individuare gli oggetti del diametro di almeno 300 metri che potrebbero colpire la Terra
Raccoglierà ogni notte dieci terabyte di dati, per individuare gli oggetti del diametro di almeno 300 metri che potrebbero colpire la Terra

Immagini delle dimensioni di 1,4 gigapixel, una matrice di oltre quattromila sensori CCD, due gigabyte di dati per ogni scatto. La fotocamera digitale più grande del mondo è stata installata sul telescopio PS1, e dovrà monitorare la volta celeste alla ricerca di oggetti in rotta di collisione con la Terra.

Parte del progetto Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System ( Pan-STARRS ), la fotocamera, segnala New Scientist Space , è stata sviluppata dall’Institute for Astronomy dell’Università delle Hawaii. Verranno prodotti altri tre esemplari, da installare su altrettanti telescopi che si prevede entreranno in funzione entro il 2010, per raccogliere immagini dei tre quarti della volta celeste visibile dalle Hawaii.

“È uno strumento gigantesco – ha spiegato John Tonry, astronomo a capo della squadra di sviluppo – garantisce un’immagine delle dimensioni di 38mila pixel per 38mila pixel , duecento volte più grande rispetto alle fotocamere di qualità. Ed è uno strumento estremamente sensibile: permette di individuare oggetti diecimila volte meno luminosi di quelli che si riescono a cogliere ad occhio nudo”.

John Tonry al lavoro sulla fotocamera Pan-STARRS L’obiettivo del team di ricercatori che ha sviluppato la macchina fotografica digitale più grande del mondo, spiegava Space.com , che da anni segue il progetto, era creare uno strumento che fosse più efficiente e veloce rispetto a quelli utilizzati ordinariamente dagli astronomi. L’efficienza è garantita dalla moltitudine di sensori , circa 4mila, che operano in maniera indipendente. Rispetto ad un unico sensore di grandi dimensioni, utilizzare un grande numero di CCD sveltisce il processo di acquisizione dell’immagine e consente di operare anche nel caso in cui un CCD risulti malfunzionante.

Per quanto riguarda la mole dei dati raccolti, ogni esposizione di una durata di circa 30 secondi produrrà due Gigabyte di informazioni , impossibili da archiviare nella loro interezza. Per questo motivo – si spiega in un lungo video – una volta trasmesse alla rete di computer dedicata, le immagini verranno elaborate e sovrapposte, per scartare i dati non rilevanti. Andranno a comporre una mappa della volta celeste e, prima di essere eliminate, verranno analizzate e confrontate con i dati relativi alle precedenti osservazioni per individuare gli oggetti in movimento, o che hanno subito delle variazioni in termini di magnitudine.

Sorvegliati speciali da parte del progetto Pan-STARRS saranno i cosiddetti Near Earth Object ( NEO ), comete o asteroidi come Apophis , sul quale è stata messa una taglia , la cui orbita si prevede possa incrociare quella terrestre trasformandosi in una possibile minaccia per il nostro pianeta. I quattro telescopi Pan-STARRS, capaci di individuare i NEO di diametro fino a 300 metri, completeranno l’analisi in corso presso la NASA, incaricata, entro il 2008, di catalogare il 90 per cento dei NEO di dimensioni superiori al chilometro di diametro. L’agenzia spaziale americana, si spiega in un recente documento presentato al Congresso USA, procederà poi al monitoraggio dei proiettili spaziali di diametro inferiore ai 140 metri diretti contro la Terra.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 6 set 2007
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