Il taser ora è un fucile

Il taser ora è un fucile

Non serve più avvicinarsi al bersaglio, è sufficiente trovarsi a decine di metri per sparargli contro un pallettone capace di immobilizzarlo con un elettroshock. Pronti anche i dardi
Non serve più avvicinarsi al bersaglio, è sufficiente trovarsi a decine di metri per sparargli contro un pallettone capace di immobilizzarlo con un elettroshock. Pronti anche i dardi

eXtended Range Electronic Projectile (XREP) è l’ultima trovata di TASER, la società specializzata nella produzione delle discusse armi non letali a base di dolorose scariche elettriche, criticate anche per aver provocato alcuni incidenti mortali. XREP è un micro-marchingegno dalle dimensioni di una cartuccia di fucile, che permette di stordire e inabilitare i soggetti pericolosi entro un raggio di circa 20 metri .

XREP si usa come il proiettile di un ordinario caricatore di arma da fuoco, e una volta sparato è in grado di viaggiare alla velocità di 91 metri al secondo. La persona colpita, sostiene TASER , riceve un “colpo morbido” capace però della folgorazione controllata della durata di 20 secondi tipica delle pistole taser , trasmessa da quattro elettrodi in grado di uncinarsi agli abiti della vittima.

Presentato nel corso di una conferenza a tema, il nuovo tipo di proiettile “non letale” ma oltremodo doloroso dovrà ora passare un progetto pilota della durata di 6-12 mesi, trascorsi i quali si prospetta una commercializzazione da 99 dollari a colpo .

Su PopularMechanics è disponibile un video dimostrativo degli effetti di XREP, prodotto che, letteralmente, non è stata la sola cartuccia sparata da TASER alla conferenza: accanto al già trattato iRobot-fulminatore è stata presentata una terza applicazione della cosiddetta “Incapacitazione neuromuscolare”, consistente in una batteria di 6 dardi elettrici sparati contemporaneamente entro un arco di 20 gradi.

Il nuovo gingillo, denominato Taser Shockwave , è pensato come applicazione ideale in situazioni come quelle che potrebbero presentarsi ai bordi del confine tra Messico e Stati Uniti, nei casi in cui le guardie di frontiera si dovessero trovare costrette ad abbattere diverse persone in un sol colpo .

“Taser Shockwave viene incontro alle necessità di inibire l’accesso alle aree controllate e di garantire la protezione dei checkpoint con la forza, situazioni in cui decisioni di vita o di morte devono essere prese istantaneamente”, così descrive il nuovo gingillo il CEO di TASER Rick Smith, che ne mette in tal modo in luce le qualità di strumento di interdizione efficace ancorché non letale – almeno in teoria, visto che la pratica ha finora dimostrato la possibilità del contrario .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
12 lug 2007
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