Il WAP è una moda deludente

Il WAP è una moda deludente

Lo sostiene l'associazione dei consumatori britannica, Which?, da sempre in prima linea nel valutare l'usabilità e la sicurezza dei telefonini. In questo caso se la prende con il WAP: migliorerà, ma per ora non ne vale la pena
Lo sostiene l'associazione dei consumatori britannica, Which?, da sempre in prima linea nel valutare l'usabilità e la sicurezza dei telefonini. In questo caso se la prende con il WAP: migliorerà, ma per ora non ne vale la pena


Londra – I servizi WAP deludono e non vanno oltre funzionalità di base scadenti: così l’associazione dei consumatori britannica Which? stigmatizza il Wireless Application Protocol.

Il WAP, che da tempo è al centro di analisi del tutto divergenti da parte di esperti e operatori di varia estrazione, viene considerato da Which? “una moda”. Questo accade perché viene proposto come “Internet sul telefonino” quando, invece, si fa notare come ricordi molto più un servizio testuale sul cellulare che qualcosa di simile a quello che si può ottenere online.

A quanto pare, una commissione di 12 membri dell’associazione ha valutato i servizi WAP offerti dai quattro principali operatori di telefonia mobile britannici. Il migliore sarebbe il servizio offerto da BT Cellnet, l’operatore controllato da British Telecom, ma tutti sarebbero rimasti delusi dalle funzionalità delle offerte nel loro complesso e scontenti per la difficoltà a connettersi ai servizi WAP. Va detto che proprio BT Cellnet ha registrato di recente un aumento fino a quota 2,4 milioni di propri utenti utilizzatori di WAP.

Stando a Which?, la metà dei tentativi di connessione WAP sono andati a vuoto e dunque hanno reso più invitante utilizzare il telefono per chiamare a voce o per inviare messaggi testuali. L’opinione conclusiva dell’associazione è che “come molte tecnologie di prima generazione, la realtà del WAP è ben al di sotto della propaganda. Miglioramenti arriveranno di sicuro ma, per ora, molti utenti, come quelli del nostro test, ne escono probabilmente delusi”.

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Pubblicato il
7 feb 2001
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