India, la nubile non telefona

India, la nubile non telefona

Si teme che le giovani donne possano organizzare fughe di passione o matrimoni proibiti contro il volere dei genitori. Se non dovessero rispettare gli ordini pagheranno con la propria vita
Si teme che le giovani donne possano organizzare fughe di passione o matrimoni proibiti contro il volere dei genitori. Se non dovessero rispettare gli ordini pagheranno con la propria vita

Il cellulare è vietato alle donne non sposate , una notizia che viene dall’India e che si apprende in concomitanza con la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. È quanto è stato deciso dai governatori del villaggio indiano di Lank, nel distretto di Muzaffarnagar, per evitare che le giovani fanciulle non convolate a nozze possano organizzare fughe di passione con i giovani fidanzati contro il volere dei loro genitori.

Il provvedimento, che è stato preso dopo aver ascoltato tutti i membri della comunità e delle caste sugli effetti collaterali che i cellulari possono produrre sui giovani, si applica a circa 50mila donne della zona ma potrebbe essere presto esteso e ripreso anche dai Consigli degli anziani delle aree vicine.
Se le donne dovessero cadere in tentazione e non rispettassero gli ordini imposti dal consiglio dovranno pagare una multa molto salata: la pena di morte .
Il mese scorso , infatti, dal distretto settentrionale di Muzaffarnagar, dove si trova Lank, sono fuggite circa 34 coppie. Nei confronti delle coppie evase si sono verificati, secondo quanto riportato dalla polizia locale, ben otto delitti d’onore come punizione all’azione compiuta. Sono state tre le ragazze ad essere state decapitate dai membri maschi della loro famiglia.

Il divieto di cellulare per le donne non sposate è parte di un più ampio obiettivo del Consiglio che è volto a contenere i matrimoni all’interno dello stesso clan, pratica molto diffusa soprattutto nel nord dell’India, mantenendo solida quella tradizione che affida alla famiglia il compito di organizzare le unioni.

Alla conferma ufficiale della notizia, è cominciata subito la mobilitazione di un gruppo per i diritti delle donne locali che ha criticato duramente il provvedimento preso e ha considerato la misura ingiusta ed arretrata.

Raffaella Gargiulo

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Pubblicato il
25 nov 2010
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