Intel: non gufate, Itanium è qui per restare

Intel: non gufate, Itanium è qui per restare

Il chipmaker delinea le future tappe di Itanium, e promette una roadmap più aggressiva che mai. Spera così di ridestare l'interesse attorno al suo processore e di esorcizzare le profezie più funeste
Il chipmaker delinea le future tappe di Itanium, e promette una roadmap più aggressiva che mai. Spera così di ridestare l'interesse attorno al suo processore e di esorcizzare le profezie più funeste

Santa Clara (USA) – L’ultima notizia di un certo rilievo relativa alla famiglia di processori Itanium risale a poco meno di un anno fa, quando Intel ha aggiornato il suo chippone non-x86 introducendo il core Montecito . In questo stesso arco di tempo le strategie di Sun e IBM , i due maggiori rivali di Intel nel settore dei server hi-end, sono state decisamente più vivaci e aggressive (v. Niagara e Power6 ), portando entrambi i colossi a contendersi il primato nel rapporto tra performance e consumi. In questa sfida Itanium può ancora sperare di giocare il ruolo di terzo incomodo? Intel ne è convinta.

Intel ha infatti dichiarato che sarebbe un errore dimenticarsi dell’esistenza di Itanium e assurdo pensare che questo processore stia agonizzando in qualche angusto angolo del mercato. Il chipmaker di Santa Clara ha voluto sottolineare come negli ultimi anni i ricavi generati da Itanium siano costantemente cresciuti , e lo scorso anno ciò sarebbe avvenuto ad un ritmo persino superiore a quello delle architetture SPARC e PowerPC.

Sia come sia, è innegabile che l’architettura di Itanium sia rimasta praticamente la stessa da ormai cinque anni , ossia da quando è stato lanciato Itanium 2, e che stia rischiando di essere scavalcata anche sul piano dei costi per gigaflops , ovvero là dove Intel ha puntato molte delle sue carte. Per sventare tutto ciò, nei prossimi tre anni la mamma del Pentium è pronta a calare un paio di briscole e almeno un asso.

La prima briscola è rappresentata da Montvale , una revisione di Itanium 2 Montecito che, pur conservando una tecnologia di processo a 90 nanometri, nella seconda metà dell’anno porterà con sé frequenze di clock e FSB più elevate e cache più ampie.

Lo step successivo sarà dato da Tukwila , il primo chip Itanium con circuiteria a 65 nm che, nel tardo 2008, introdurrà la tanto anticipata Common System Interface (CSI): si tratta di una tecnologia che, similmente al bus HyperTransport di AMD, metterà in comunicazione diretta processori, memoria, chip specializzati e altri componenti di sistema.

CSI, insieme ad un nuovo socket, verrà adottata da Intel anche sui chip Xeon : ciò consentirà ai produttori di utilizzare entrambe le CPU con gli stessi componenti, quali schede madri e chipset, riducendo così i costi di progettazione dei futuri server Intel-based. Gli utenti finali, invece, potranno passare dalla piattaforma EPIC di Itanium a quella x86 di Xeon (o viceversa) semplicemente cambiando CPU e sistema operativo.

Tukwila introdurrà inoltre novità quali frequenze di clock più spinte, cache on-die più generose, un controller di memoria integrato e la rediviva tecnologia Hyper-Threading . La futura CPU dovrebbe poi adottare un più efficace meccanismo di correzione degli errori della memoria.

L’architettura di Tukwila rimarrà sostanzialmente uguale a quella di Montecito , e dunque a quella dell’Itanium 2 di prima generazione. Sotto questo aspetto la prima grande revisione è attesa intorno al 2010, quando Intel lancerà sul mercato il primo Itanium a 32 nm, noto in codice come Poulson .

Come si può vedere, con Itanium Intel ha intenzione di saltare a piè pari la tappa dei 45 nm : una scelta dettata evidentemente dall’esigenza di cancellare il gap tecnologico accumulato nei confronti dei suoi più diretti avversari. Non va infatti dimenticato che mentre oggi Montecito adotta circuiti da 90 nm, gli attuali processori di Sun e IBM sono prodotti con tecnologia a 65 nm.

Pulson sarà anche il primo Itanium ad abbracciare un’architettura a quattro o più core e ad includere nuove istruzioni dedicate soprattutto all’accelerazione in hardware dei software di virtualizzazione.

Intel ha infine svelato che il successore di Poulson sarà Kittson , ma l’identità di questo chip è ancora sconosciuta.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 18 giu 2007
Link copiato negli appunti