Internet, gli europei se la passano bene

Internet, gli europei se la passano bene

Stando agli ultimi report, in Europa la velocità di internet è buona sia da rete fissa che mobile. Qualche Paese corre più di altri, ma in generale la situazione è ottimistica. Qualche neo c'è però sulla sicurezza
Stando agli ultimi report, in Europa la velocità di internet è buona sia da rete fissa che mobile. Qualche Paese corre più di altri, ma in generale la situazione è ottimistica. Qualche neo c'è però sulla sicurezza

Qual è lo stato di Internet nel mondo al primo trimestre 2017? A dare una risposta ci pensa Akamai Technologies , azienda quotata alla borsa di New York e nota per la sua piattaforma cloud di content delivery riconosciuta come una delle più estese e affidabili al mondo. Il rapporto recentemente pubblicato, segue di pochi giorni il rapporto sulla sicurezza che ha puntato le luci sui sempre più frequenti nuovi casi di attacchi DDoS e web informando circa l’evoluzione degli stessi, degli strumenti utilizzati e della provenienza geografica. Il rapporto sullo stato di Internet Akamai ha posto l’accento su velocità di connessione, metriche di adozione della banda larga, rilevanti interruzioni di Internet, esaurimento degli indirizzi IPv4 e implementazione del protocollo IPv6 .

broadband

Un interessante approfondimento è stato dedicato all’area Europa. Da un’analisi dei dati emerge che nel vecchio continente la velocità media di connessione è di 10 Mbps o superiore (ma con picchi medi di almeno 50 Mbps in 28 dei 31 Paesi analizzati. Norvegia, Svezia e Svizzera si posizionano in testa rispettivamente con velocità medie di 23,5 Mbps, 22,5 Mbps e 21,7 Mbps . I Paesi che stanno correndo di più sono Norvegia, Svizzera, Finlandia, Danimarca, Regno Unito, Spagna, Italia e Croazia . Ai due estremi si trovano la Grecia che incrementa la velocità anno dopo anno dello 0,5 per cento (7,9 Mbps) e la Danimarca con il 17 per cento (20,1 Mbps).

Il fattore velocità ovviamente va quasi di pari passo con la banda larga . In questo caso è la Svizzera, con un tasso di adozione del 75 per cento a occupare la prima posizione sull’adozione del broadband a 10 Mbps. Ottimi dati di adozione si registrano anche in Svezia (che ha raggiunto il 56 per cento nell’ultimo trimestre). In questo caso la Grecia sta galoppando parecchio, con incrementi del 22 per cento sul trimestre, più lente invece Polonia e Norvegia (0,1 per cento) anche se quest’ultima gode di una buona penetrazione della banda larga che giustifica quindi l’andatura “rilassata”.

Considerando le performance più spinte, cinque Paesi europei si collocano tra i primi 10 al mondo per l’adozione della banda larga a 25 Mbps : Norvegia (2° posto), Svezia (3° posto), Svizzera (5° posto), Danimarca (6° posto) e Finlandia (9° posto).

Dando uno sguardo gli standard di connessione, il Belgio si è confermato leader globale nell’adozione dello standard IPv6, ormai sul mercato da 6 anni (alla piattaforma di Akamai il 38 per cento delle connessioni provenienti dal Paese sfruttano questa tecnologia), seguito da Grecia (2° posto), Svizzera (4° posto), Germania (6° posto), Estonia (8° posto) e Regno Unito (10° posto). Gli operatori che gestiscono volumi più grandi di connessioni simili sono Sky Broadband (Regno Unito), TELENET (Belgio) e Kabel Deutschland (Germania) con rispettivamente il 62 per cento, il 55 per cento e il 49 per cento. Svetta per velocità da mobile il Regno Unito, con una velocità media di ben 26 Mbps, poco lontana la Germania con 24,1 Mbps.

A conti fatti quindi la situazione in Europa è buona. Il rapporto Digital Economy and Society Index (DESI) 2017 della Commissione Europea, conferma che la banda larga fissa è ora disponibile per il 98 per cento degli europei . Sarebbe il 76 per cento delle famiglie ad avere accesso a velocità di almeno 30 Mbps.

A marzo i dati dell’Osservatorio sulle comunicazione di Agcom hanno confermato che nello stivale le reti broadband da almeno 10Mbit/s hanno superato nel quarto trimestre del 2016 il 50 per cento del totale raggiungendo quota 15,6 milioni di unità. E i cantieri aperti sono effettivamente tanti e molto ambiziosi. Possiamo quindi confermare nel nostro piccolo di aver recuperato un gap che per anni ci ha penalizzato.

Mirko Zago

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Pubblicato il
5 giu 2017
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