iOS 10 e watchOS 3, recensione di coppia

iOS 10 e watchOS 3, recensione di coppia

Dopo l'annuncio e il rilascio, è arrivato il momento di mettere alla prova le nuove versioni dei sistemi mobile della Mela
Dopo l'annuncio e il rilascio, è arrivato il momento di mettere alla prova le nuove versioni dei sistemi mobile della Mela

Sulla scia della WWDC e del recente evento del 7 settembre , martedì scorso Apple ha reso disponibile per il download le nuove versioni di iOS (arrivato ormai alla release 10 ) e watchOS (giunto alla sua terza incarnazione). Per entrambi siamo di fronte a diversi cambiamenti nell’impostazione stessa del sistema, cambiamenti che andremo ad esaminare in questa recensione.

Cominciamo subito col dire che una delle maggiori preoccupazioni di chi si prepara all’aggiornamento è quella di comprendere se il suo dispositivo resterà reattivo come col sistema precedente, oppure se sentirà il peso delle funzioni aggiunte nelle nuove release del sistema. Per quanto riguarda iOS, ricordiamo che è si può installare su tutti gli iPhone a partire dall’ iPhone 5 (un telefono del 2012) e dall’iPad di quarta generazione (anch’esso dell’ottobre 2012). In base ad alcuni test effettuati da ArsTechnica , pare che iOS 10 sia perfettamente a suo agio anche sui vecchi dispositivi, perdendo solo pochi decimi di secondo nel lancio di alcune app. È però anche vero (bisogna ricordarlo) che spesso Apple opta per non dotare i vecchi modelli di tutte le nuove funzioni e nel caso specifico possiamo citare, per esempio, che iOS 10 su iPhone 5 non include la nuova versione dell’app Foto (che, come vedremo in seguito, è una di quelle che ha subìto uno degli update maggiori). In ogni caso l’update rimane fortemente consigliato a tutti i possessori dei dispositivi supportati dall’update. A maggior ragione è ancor più consigliato l’aggiornamento a watchOS 3 : il nuovo sistema per lo smartwatch della Mela risulta ottimizzato, e la nuova modalità di funzionamento che tiene le app nel Dock rende tutto più veloce e maneggevole… ma di questo parleremo dopo: iniziamo la nostra analisi da iOS 10.

Le novità si vedono fin da subito, nella modalità di sblocco del telefono (per comodità farò più spesso riferimento all’iPhone, che non all’iPad). Basta sollevare il telefono per attivare lo schermo, senza premere alcun pulsante, mentre lo “slide to unlock” sparisce: scorrendo la schermata verso destra compaiono i nuovi widget, mentre scorrendo dall’altra parte attiviamo la fotocamera; le notifiche compaiono sempre con lo slide dal bordo superiore (e da lì, a sinistra, ritroviamo ancora gli widget) mentre il centro di controllo con lo slide dal basso… Ammesso che lo si voglia far comparire anche col telefono bloccato. L’accesso vero e proprio al telefono si ottiene premendo il tasto home, tramite codice o touch ID. Volendo è possibile evitare il doppio passaggio e utilizzare solo l’impronta digitale, senza premere il pulsante, anche se il tutto avviene comunque in un unico movimento: il riconoscimento dell’impronta è talmente preciso e veloce che viene completato nel momento stesso in cui si preme il tasto, ma evitare di premere il pulsante potrebbe servire a risparmiarne l’usura meccanica.

Le schermate sembrano più nitide (il livello di sfocatura dello sfondo quando si apre una cartella è ora meno forte, anche se forse era meglio prima) e i colori più brillanti e leggermente più freddi, forse a voler meglio enfatizzare il passaggio serale alla modalità Nigth Shift (che invece porta tutto verso una tonalità più calda).

Oltre alla rivisitazione di alcune app, troviamo due grosse differenze rispetto al precedente iOS 9, differenze per certi versi legate tra di loro: iOS 10 consente molte più possibilità al 3D Touch , aprendo sulla home page non solo una lista di opzioni, ma un vero e proprio widget che può offrire un livello di interazione molto più ampio, e che può essere aggiunto all’apposita schermata degli widget (dove possiamo aggiungere, togliere e riposizionare i nostri widget a piacimento, anche su due colonne nel caso dell’iPad).

Altra modifica di sistema è il nuovo pannello di controllo , di dimensioni maggiorate, con qualche modifica estetica e qualche opzione in più, visto che è stato sdoppiato: il controllo della musica è ora inserito in un secondo pannello, e non è detto che in futuro non compaiano altre opzioni in altri pannelli. Personalmente preferivo avere il controllo del volume immediatamente disponibile nel pannello principale, soprattutto su iPad, dove la dimensione del display non rende così indispensabile separare i controlli in due diverse schermate.

Ma veniamo agli aggiornamenti più appariscenti, quelli delle app Foto e Musica. Se la divisione temporale delle foto in Anni, Raccolte, e Momenti, è rimasta sostanzialmente invariata, anche nella rappresentazione grafica, diversa è la rappresentazione degli album, che ora è decisamente più vistosa e consente la ricerca anche in base al titolo degli album (per quanto mi riguarda molto utile, visto che tengo quasi 10mila foto sul telefono, divise in poco meno di 200 album). La vera novità sono però quelli che Apple chiama Ricordi : un particolare algoritmo seleziona un certo numero di foto e filmati in base a determinati parametri (data e luogo dello scatto, quali volti compaiono, in quali album sono state archiviate, ecc…) e li associa automaticamente in un filmato che potrà poi essere personalizzato nello stile, nella musica, e negli elementi che lo compongono. Si tratta di un modo gradevole per rivedere i propri scatti, e ovviamente è possibile salvare o esportare il filmato in questione secondo i consueti metodi.

Per quanto riguarda l’applicazione Musica , le modifiche non includono nuove funzioni (a parte qualche dettaglio, come la visualizzazione dei testi durante l’ascolto, che però è attivo solo sui brani ascoltati tramite il servizio Apple Music) ma piuttosto una rivisitazione dell’interfaccia, che diventa molto più chiara. Alcune lamentele associate all’arrivo di Apple Music erano dovute al fatto che il nuovo servizio di Apple si trova integrato (per molti versi giustamente) nell’applicazione Musica, rendendo un po’ confusa la distinzione tra il servizio stesso e la propria libreria musicale. Ora invece l’accesso alla libreria è immediato e ben identificato, e la sua separazione tra questa e il servizio Apple di musica in streaming è più chiaro ed evidente. Inoltre, tutto ciò che riguarda la selezione dei brani e la gestione della libreria (o della musica cercata online) diventa più semplice, grazie anche anche a banalità come la riduzione nel numero di elementi a schermo, e l’ingrandimento di scritte e immagini.

Il rinnovamento del sistema non si ferma qui: molto pubblicizzati da Cupertino sono le nuove opzioni dell’applicazione di messaggistica iMessage della Mela, che consente di aggiungere uno svariato numero di effetti al messaggio inviato, come l’inchiostro invisibile, o effetti a tutto schermo, oltre alla possibilità di “disegnare” il proprio messaggio, o inviare velocemente, con un semplice tocco, alcuni elementi (tipo il battito del cuore) in modo simile a quanto già visto su Apple Watch. Il problema principale di queste novità, è che sono riservate alle comunicazioni tra dispositivi iOS, quindi le reale utilità è molto relativa, perlomeno in Europa (negli USA la diffusione di iOS è molto maggiore) a meno di limitarla ai familiari e agli amici che utilizzano iOS.

Anche tutte (o quasi) le altre applicazioni di sistema sono interessate da cambiamenti più o meno importanti: per esempio, in Safari su iPad è ora possibile aprire due diverse finestre in modalità split-screen, cosa che prima poteva esser fatta solo utilizzando applicazioni diverse (nello specifico, era indispensabile utilizzare due diversi browser). Siri è anch’esso migliorato sotto molti aspetti, in particolare (come preannunciato alla WWDC) ora permette l’accesso alle proprie funzionalità anche ad applicazioni di terze parti: l’esempio più classico è quello di utilizzarlo per mandare un messaggio tramite WhatsApp. Fa la sua comparsa (su iOS, come su watchOS, ma anche su tvOS) l’applicazione Casa per gestire i propri dispositivi demotici … e ancora: da Foto possiamo anche aggiungere testo o scarabocchi ai nostri scatti, per evidenziare alcuni elementi. Le novità sono tante e non vengono scordate nemmeno le persone che necessitano di soluzioni di accessibilità : iOS include ora degli appositi filtri colore per venire incontro a chi è affetto da vari livelli di daltonismo, ma questa è solo una delle diverse opzioni disponibili in tal senso, che includono funzioni sia per ipovedenti , sia per chi ha problemi di udito o di coordinazione motoria.

Infine, nell’ottica salutista che sembra essere uno degli attuali fili conduttori di Apple (come vedremo passando ad esaminare watchOS) l’app Orologio include ora una funzionalità “sonno” che, in base all’ora in cui vogliamo essere svegliati, ci suggerisce anche l’orario per andare a dormire. E parlando di questo argomento, non possiamo non evidenziare uno dei più interessanti rinnovamenti delle applicazioni di sistema di iOS, quello dell’app Salute . Ora la schermata iniziale è molto più pulita e, così come già visto per l’app Musica, il numero di informazioni iniziali (l’attività odierna) è ora visibile con grandi numeri in modo più chiaro: solo entrando nel dettaglio possiamo visualizzare i grafici settimanali, mensili, e annuali, o verificare quali applicazioni utilizzare per ricevere certi dati. Tra i vari dati registrati, ricordiamo anche quelli delle nuove attività contemplate da Apple, ovvero il nuoto (e qui il riferimento corre verso il nuovo Apple Watch subacqueo) e le attività svolte su sedia a rotelle. Molti dei dati registrati nell’app Salute arrivano da Apple Watch (per chi ne possiede uno) e dalla relativa app Allenamento , quindi per agganciarci all’esame del nuovo sistema operativo dello smartwatch della Mela, passiamo proprio dal software di configurazione dell’Apple Watch, anch’esso rinnovato.

In realtà i miglioramenti presenti in quest’app non sono eccessivi: a parte un generale riordino delle funzionalità (anche stavolta nell’ottica di una maggiore chiarezza), troviamo la personalizzazione del dock (che vedremo in seguito con maggiori dettagli) e la gestione dei quadranti, che ora possono essere preparati su iPhone, sfogliando tutte le possibili combinazioni di personalizzazione, per essere poi caricati sull’orologio.

Arriviamo così a parlare più in dettaglio di watchOS. Come anticipato in apertura di questo articolo, il sistema di gestione dello smartwatch di Cupertino è stato ampiamente rivisto, probabilmente per venire incontro anche a certe richieste degli utenti, che chiedevano più prestazioni e una maggiore linearità nella gestione delle varie funzioni. Tralasciando il nuovo hardware (di cui parleremo quando avremo i nuovi modelli in prova), per ottenere i miglioramenti richiesti Apple ha agito in due direzioni: semplificazione dell’interfaccia, e ottimizzazione della gestione della memoria. Ovviamente i dettagli dell’ottimizzazione del codice non sono visibili all’utente, ma possiamo intuire come le due direzioni di ottimizzazione siano per certi versi legate: spariscono i cosiddetti Sguardi per lasciare spazio, con lo scorrimento dal bordo inferiore del display, ad un semplice pannello di controllo in stile iOS che mostra le scorciatoie ad alcune utili funzioni: il blocco, la modalità aereo, la carica della batteria ecc. Si tratta, pur nella sua semplicità, di una agevolazione notevole, sia perché rende univoco il risultato che si ottiene con lo slide dal bordo inferiore dello schermo, sia perché evita la confusione di avere tre possibili visuali differenti dell’app: l’applicazione vera e propria, la sua notifica (generalmente bene identificabile come semplice notifica), e quello che si vedeva negli sguardi (spesso troppo simile all’app).

Liberando la memoria dal peso di Sguardi , watchOS3 introduce un Dock dove possono trovare spazio fino a dieci diverse app (oltre all’ultima aperta, e al controllo della musica) che saranno accessibili sempre in maniera istantanea, come se fossero sempre caricate in memoria: questo consente una maggiore rapidità di gestione delle applicazioni più utilizzate, molto più veloce rispetto a quella che si poteva ottenere tramite sguardi, e il limite di dieci app è più che sufficiente per quello che normalmente si ha bisogno di fare attraverso lo smartwatch. Il Dock di AppleWatch è richiamabile attraverso il pulsante laterale, il che ci dice che sparisce (altro alleggerimento al sistema) la funzione che permetteva di richiamare una selezione dei nostri contatti da contattare telefonicamente o tramite messaggio, anche se questa è una funzione che in qualche modo mi sarebbe piaciuto fosse mantenuta: ora occorre passare necessariamente attraverso Siri, selezionare un contatto tra i recenti, o scorrere il lungo elenco dei contatti tramite la rotella della corona.

In ogni caso, tornando al Dock, è difficile dire se la priorità riservata alle applicazioni che vi andremo a posizionare, renda leggermente più lenta l’apertura delle altre app, ma se anche lo fosse non si tratterebbe di un rallentamento eccessivo, sicuramente non avvertibile a livello utente, e sicuramente compensato dagli altri vantaggi del nuovo sistema.

Ma quali sono le altre novità di watchOS3? Premesso che quanto detto sopra già basterebbe a rendere il sistema più usabile, ci sono almeno almeno tre cose che vale la pena evidenziare. La prima sono i nuovi quadranti: uno è sostanzialmente un ampliamento del quadrante di Topolino, al quale viene aggiunta la variante di Minnie; un altro, denominato Cifre , è un quadrante semplice ed elegante dove le classiche lancette vengono accompagnate da una grande cifra che mostra l’ora, e poi ci sono i quadranti (uno digitale e uno analogico, con diversi stili) che mettono in primo piano le tre voci dell’attività quotidiana: movimento (calorie), esercizio, e ore in piedi. I quadranti poi, a differenza di quanto avveniva sulla vecchia versione del sistema, si possono ora semplicemente scorrere trascinando il display a destra e a sinistra, il che invoglia a cambiarli più spesso per adattare l’orologio alla situazione o al proprio umore. Oltre a questi, ci saranno poi dei quadranti speciali dedicati al modello Nike+ , che potete intravedere sul sito Apple.

Personalmente trovo molto gradevoli, oltre che utili, i nuovi quadranti Attività , che utilizzo aggiungendo il richiamo veloce all’applicazione Allenamento . Al di là dell’aggiunta di alcune nuove attività, durante l’allenamento possiamo tenere sotto controllo molte più informazioni rispetto a prima, perché oltre all’ora si possono mostrare 5 elementi a scelta tra: battito cardiaco passo attuale, passo medio, calorie bruciate, calorie totali, durata e distanza. Il rovescio della medaglia è che la personalizzazione della visualizzazione dev’essere fatta in precedenza sull’iPhone (dove possiamo anche decidere di mostra un’unica grande indicazione) mentre le due informazioni mostrate nella vecchia versione dell’applicazione potevano essere cambiate durante l’allenamento. Nel complesso si tratta comunque di un’ottima miglioria, anche perché adesso è possibile abilitare l’opzione per la pausa automatica e fare un doppio tap sullo schermo durante l’allenamento per registrare diversi segmenti (o giri) del nostro tracciato.

Per gli amanti della condivisione e delle sfide, ora è anche possibile inviare i propri risultati agli amici che possiedono Apple Watch, ma personalmente trovo più interessante un’altra funzione che è stata aggiunta al nuovo sistema, e parlo dell’applicazione Respirazione , un’applicazione molto semplice che si limita a ricordarci che di tanto in tanto dobbiamo fermarci, rilassarci un attimo, e respirare profondamente. Possiamo decidere la frequenza di questi richiami e la durata di ogni sessione di rilassamento, che si conclude con una misurazione del battito cardiaco, e viene registrata su iPhone, nell’app Salute . A livello pratico, attraverso una particolare sequenza di feedback della vibrazione, e una schermata che mostra un disegno ingrandirsi e rimpicciolirsi, veniamo guidati per una certo numero di minuti in una sequenza di respiri profondi: il disegno mima le fasi di inspirazione ed espirazione, mentre la vibrazione ci indica (anche senza guardare lo schermo) la fase di inspirazione.

Ci sono molti altri piccoli miglioramenti sparsi qua e là nell’interfaccia, tra cui la possibilità di rispondere ai messaggi scrivendo le parole a mano libera (ovviamente lettera per lettera, ma si tratta di un’opzione non ancora disponibile nella lingua italiana) o la possibilità di effettuare delle chiamate di emergenza tramite il pulsante laterale. Nel complesso parliamo comunque di un aggiornamento che mette al nostro polso un orologio molto più pratico e funzionale, oltre che più gradevole se vi piacciono i nuovi quadranti… E probabilmente potremo scoprire qualche opzione in più nella prova di Apple Watch Series 2.

Concludiamo questo breve recensione precisando che, in entrambi i casi, non si nota alcun peggioramento nemmeno nella gestione della batteria : l’autonomia di iPhone ed Apple Watch (per la prova sono stati utilizzati un iPhone 6s e un Apple Watch dello scorso anno) rimane sostanzialmente invariata anche dopo gli aggiornamenti e, almeno per quanto mi riguarda, non ho riscontrato alcun problema o incompatibilità. Per entrambi i dispositivi si tratta di un aggiornamento fortemente consigliato.

Domenico Galimberti
blog puce72

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Pubblicato il 20 set 2016
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