iPhone 3G e App Store, cronaca di un successo annunciato

iPhone 3G e App Store, cronaca di un successo annunciato

di D. Galimberti - Ad una settimana e mezzo dal lancio di iPhone 3G, è tempo di fare i primi bilanci. Bilanci senza dubbio ottimi per Apple, che è riuscita ancora una volta a creare un oggetto del desiderio e condirlo di servizi accessori
di D. Galimberti - Ad una settimana e mezzo dal lancio di iPhone 3G, è tempo di fare i primi bilanci. Bilanci senza dubbio ottimi per Apple, che è riuscita ancora una volta a creare un oggetto del desiderio e condirlo di servizi accessori

Roma – Il lancio dell’iPhone 3G è stato un grande successo in tutte le 21 nazioni coinvolte dall’evento, 22 se contiamo anche la Francia, dove il melafonino è stato distribuito la settimana successiva rispetto al lancio “ufficiale”. L’Italia, nonostante le proteste legate alle tariffe non proprio convenienti rispetto a quelle degli altri paesi, si è confermata un paese di maniaci del telefonino: nel solo week-end del lancio sono stati venduti poco meno di 90 mila iPhone, quasi il doppio rispetto alla Germania (dove però era già in vendita il vecchio modello) e più del triplo del Giappone. Davanti all’Italia ci sono solo gli USA, con 400 mila iPhone, e il Regno Unito.

Complessivamente, in soli tre giorni sono stati venduti un milione di telefoni: un risultato che, in termini di fatturato, non ha eguali nella storia dell’elettronica di consumo. Le stime in realtà si riferiscono ai telefoni passati dalla fabbrica ai punti vendita, e non nelle mani degli utenti finali, ma va comunque ricordato che il telefono è andato esaurito nella maggior parte dei negozi (oltre i 2/3 dei punti vendita negli Stati Uniti), quindi il risultato reale non dovrebbe essere molto distante. Inoltre, facendo un paragone con il modello precedente, in quel caso servirono ben 74 giorni per raggiungere il milione di esemplari.

Si tratta insomma di numeri su ordini di scala completamente differenti, che suggellano in maniera definitiva il successo di Apple in questo settore e rendono pressoché inutili tutti quei calcoli su quanti telefoni avrebbe dovuto vendere Apple entro la fine dell’anno per mantenere le promesse fatte al debutto nel mondo della telefonia.

I motivi di questo successo sono da ricercare in parte nella nuova strategia di distribuzione (più capillare e a prezzi più contenuti), in parte nelle novità introdotte col modello 3G (connettività a larga banda e GPS), e in parte nell’apertura dell’App Store. Più di 800 erano le applicazioni disponibili al momento della sua apertura, di cui oltre 200 offerte gratuitamente e il 90% delle restanti disponibili ad un prezzo inferiore agli 8 euro.

Parlando sempre dei tre giorni relativi al lancio, l’App Store ha fatto segnare ben 10 milioni di download: nemmeno a dirlo, i titoli più richiesti sono stati quelli gratuiti, ma nella classifica dei più gettonati fa capolino anche un software a pagamento, il famoso “Super Monkey Ball” della Sega, che in base ad alcune stime avrebbe generato 5 milioni di dollari di fatturato durante il week-end dell’apertura.

Probabilmente tutto questo successo ha colto un po’ di sorpresa anche Apple, che nella giornata del lancio ha avuto non pochi problemi a soddisfare tutte le richieste di accesso ai propri server: chi voleva aggiornare il firmware dell’iPod Touch ha ricevuto in continuazione messaggi di errore dall’iTunes Store, chi doveva attivare un iPhone non ha avuto vita facile, e tutti gli utenti del servizio “.mac” hanno avuto diversi problemi nel transitare verso il nuovo MobileMe .

La volontà di Apple di far coincidere tutti questi eventi è, per molti versi, inspiegabile: il firmware 2.0 poteva essere rilasciato tranquillamente con un paio di giorni di anticipo, così da soddisfare tutti i possessori del vecchio iPhone o dell’iPod Touch, mentre la transizione a MobileMe poteva essere completata anche nella settimana precedente. In ogni caso, per farsi perdonare i problemi legati alla transizione, Apple ha esteso gratuitamente di un mese l’iscrizione di chi era già abbonato al vecchio “.mac”.

Tornando a parlare di App Store, la categoria di applicazioni che ha suscitato il maggior interesse dell’utenza è stata quella dei videogame, il che, sotto molti punti di vista, dà ragione a chi voleva Apple interessata a questo settore: potranno l’iPhone e l’iPod Touch diventare dei reali concorrenti di Nintendo DS e Sony PSP? Le potenzialità dell’hardware sono buone, e il bacino di utenza dovrebbe generare grossi interessi alle maggiori software house: oltre alla già citata Sega, si possono trovare titoli come “Bomberman” della Hudson, “Crash Bandicoot” della Vivendi, “Brain Challenge” della Gameloft, “De Blob” della THQ e altri ancora più o meno famosi, alcuni dei quali molto “originali”.

Personalmente ho avuto la possibilità di provare diversi titoli, e sebbene il giudizio complessivo sia più che positivo, devo riconoscere che l’uso dell’accelerometro e dello schermo multi-touch sono armi a doppio taglio: il primo, se la sensibilità non è ben calibrata, può rendere l’esperienza di gioco frustrante (soprattutto nei giochi di guida); il secondo, con un utilizzo intensivo, riduce drasticamente la durata della batteria.

È ancora presto per tirare le somme, ma se da un lato l’iPhone e l’iPod Touch non sono la piattaforma ideale per soddisfare ogni tipo di esperienza videoludica, dall’altro lato aprono nuove possibilità di interazione e permettono di raggiungere un’utenza molto più vasta: quasi tutti hanno un cellulare, molti hanno un lettore MP3, pochi hanno una console portatile. Gli sviluppatori conoscono questi dati molto bene, quindi è lecito aspettarsi un boom di nuovi giochi per la nuova sezione dell’iTunes Store.

Ma l’App Store non è solamente videogame: ci sono utility per trasferire e visualizzare file sull’iPhone (per esempio documenti PDF), traduttori, corsi di lingua, planetari, applicazioni musicali, programmi per chattare, eBook (per ora solo in inglese, ma quasi tutti a soli 79 centesimi), e molto altro ancora. Le applicazioni aumentano di giorno in giorno, e nonostante la piattaforma sia osteggiata per ovvie ragioni (più o meno condivisibili) dalla Free Software Foundation , il successo sembra ormai inevitabile e molti sono in attesa di applicazioni più “corpose”: uscirà mai una versione di Office per iPhone? Cos’ha in serbo Apple oltre a Remote, l’unico software attualmente marchiato con la mela che serve a trasformare l’iPhone (o l’iPod Touch) in un telecomando per iTunes?

A queste e a molte altre domande troveremo risposta solo nei prossimi mesi, ma dai risultati fiscali del trimestre conclusosi a giugno emerge almeno un dato certo: le vendite di Mac sono in crescita del 41% rispetto allo scorso anno, e questo incremento (pari a circa 10 volte quello della concorrenza) consente ad Apple di conquistare il terzo posto tra i produttori di computer negli USA, superando così Acer e raggiungendo circa l’8% del mercato.

“Siamo orgogliosi di annunciare il miglior trimestre di giugno nella storia di Apple sia in termini di fatturato e utile”, ha affermato Steve Jobs, CEO di Apple. “Abbiamo stabilito un nuovo record per le vendite di Mac, e pensiamo di avere un vero asso con il nostro nuovo iPhone 3G. Adesso siamo impegnati nell’ultimare alcuni altri meravigliosi nuovi prodotti da lanciare nei prossimi mesi”.

Parafrasando le parole di Jobs, la speranza è che si torni presto a parlare di Mac, magari già dal prossimo mese di agosto, anche perché l’attesa per l’iPhone 3G è terminata e l’App Store, appena nato, sembra già molto maturo.

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Pubblicato il
23 lug 2008
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