Italia, al via il riuso del software

Italia, al via il riuso del software

Risparmi consistenti e più velocità nell'attuazione delle nuove soluzioni: questi gli obiettivi prioritari del progetto annunciato da tempo e che ora è ai cancelli di partenza. I dettagli
Risparmi consistenti e più velocità nell'attuazione delle nuove soluzioni: questi gli obiettivi prioritari del progetto annunciato da tempo e che ora è ai cancelli di partenza. I dettagli


Roma – Passo in avanti sul fronte del riuso del software , ovvero sulla possibilità per enti locali e amministrazioni pubbliche di “passarsi” l’un l’altra le soluzioni tecnologiche realizzate ed adottate: un’operazione annunciata da lungo tempo dal ministro all’Innovazione Lucio Stanca e che ora arriva a concretezza con la pubblicazione del bando appena emesso.

Il bando, presentato dal CNIPA , il braccio informatico del Governo, prevede un co-finanziamento di 60 milioni di euro per gli enti locali che utilizzeranno programmi già realizzati da altre amministrazioni nell’ambito della prima fase dell’e-Government , che ha coinvolto oltre 4 mila amministrazioni di tutto il territorio nazionale.

Il bando sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale già nei prossimi giorni. Secondo Stanca “con questo co-finanziamento si metteranno in moto risorse per oltre 200 milioni di euro e si otterranno risparmi non solo economici, ma anche sui tempi necessari per le fasi di progettazione e di sviluppo dei progetti di e-Government”. Sono almeno 2mila i comuni che potranno beneficiare dell’iniziativa, secondo le stime governative.

“E’ già stata costituita – ha spiegato Livio Zoffoli, presidente del CNIPA – una Banca virtuale del Riuso , dove sono disponibili 264 soluzioni di e-Government in 13 aree tematiche (ambiente, salute, impresa, scuola etc.) ed in 14 tipologie di servizio (autorizzazioni, certificazioni, iscrizioni, pagamenti etc.). E questo consente di mettere rapidamente a disposizione degli enti locali un’ampia gamma di soluzioni tecnologiche”.

Entro i prossimi due mesi gli enti locali dovranno predisporre i progetti e, come ha sottolineato Zoffoli, “riunirsi in aggregazioni che includano pure le amministrazioni che cedono le soluzioni tecnologiche”. Perché si ricorra effettivamente al riuso sono già state predisposte linee guida e una serie di altri strumenti, come un help desk tematico oltreché informazione specifica diffusa a livello regionale. Di interesse l’avvio di un sistema di controllo sui progetti che scarterà l’adozione di soluzioni che non siano già in uso.

Zoffoli ha anche spiegato che “una parte del budget di progetto sarà destinata all’adeguamento delle soluzioni in riuso per renderle coerenti con le norme e gli standard, con le regole tecniche previste dal Codice dell’Amministrazione Digitale, con quelle sull’accessibilità, con il Sistema Pubblico di Connettività e con le regole tecniche per la Carta Nazionale dei Servizi”.

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Pubblicato il 7 feb 2006
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