Italia, giorno della verità per i provider

Italia, giorno della verità per i provider

In ballo c'è la sopravvivenza di 5mila piccole aziende che non possono continuare a lottare contro le compagnie telefoniche, agevolate dal patto di ferro delle 11 lire stretto con Telecom Italia
In ballo c'è la sopravvivenza di 5mila piccole aziende che non possono continuare a lottare contro le compagnie telefoniche, agevolate dal patto di ferro delle 11 lire stretto con Telecom Italia


Roma – Domani si riunirà la commissione Trasporti alla Camera, una riunione decisiva per i piccoli provider italiani impegnati da mesi, con la loro associazione Assoprovider, a veder riconosciuti anni di lavoro e investimenti in un’epoca in cui il business dei servizi di accesso ad Internet è ormai per la gran parte controllato dalle grandi compagnie telefoniche.

La riunione della Commissione è decisiva per l’iter di un disegno di legge, il 7208, che in sostanza cerca una parificazione retroattiva dei piccoli provider agli operatori telefonici nei rapporti di interconnessione con Telecom Italia. I piccoli provider, infatti, potrebbero vedersi assegnati fondi importanti in relazione al numero di minuti di traffico telefonico realizzato dai propri utenti dall’inizio del 2000 e fino alla fine dell’anno. Entro dicembre, infatti, dalla UE dovrebbero arrivare indicazioni decisive per la creazione di modelli tariffari basati su un calcolo differenziato del traffico dati rispetto a quello vocale.

In ballo ci sono finanziamenti essenziali per 5mila piccoli provider che devono procedere all’aggiornamento e all’adeguamento delle proprie strutture ad un mercato oggi totalmente diverso da quello di cui furono i pionieri negli anni passati. Oggi hanno a che fare con compagnie telefoniche che grazie ad un celebre accordo con Telecom Italia (peraltro in scadenza) hanno ottenuto da lungo tempo un riconoscimento medio di 11 lire per ogni minuto di traffico telefonico generato dai propri clienti per la connettività Internet. I “piccoli” ancora oggi vivono invece essenzialmente degli abbonamenti per i servizi di accesso che chiedono ai propri utenti…

Sebbene maggioranza e opposizione sembrino concordi nel voler far passare il provvedimento, potrebbero verificarsi problemi all’atto della votazione, conseguenti ad una polemica sollevata da alcuni esponenti del centro-destra. Questi si chiedono come mai la maggioranza si stia muovendo solo adesso, dopo che per anni ha bellamente ignorato le proposte di legge in questa materia presentate dall’opposizione. Una polemica che potrebbe rallentare pericolosamente l’iter della legge.

I soci di Assoprovider , che in questi giorni diffondono numerosi messaggi preso le sedi dei partiti e le redazioni dei giornali per sensibilizzare sulla questione, temono che un rinvio dell’approvazione del Ddl e quindi del suo passaggio per l’esame al Senato sia foriero di ulteriori clamorosi ritardi. Ritardi che potrebbero costare caro ai piccoli provider italiani.

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Pubblicato il
25 set 2000
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