Kim Dotcom e il grande Baboom dello streaming

Kim Dotcom e il grande Baboom dello streaming

Prima anteprima dell'atteso servizio di streaming più volte annunciato dal boss del file hosting. Dopo le mosse di Spotify e Rdio e l'attesa di Beats Music, si apre il mercato della musica digitale
Prima anteprima dell'atteso servizio di streaming più volte annunciato dal boss del file hosting. Dopo le mosse di Spotify e Rdio e l'attesa di Beats Music, si apre il mercato della musica digitale

Come una violenta esplosione sonica, la nuova piattaforma musicale che dovrebbe portare all’estinzione dei dinosauri dell’industria discografica, con l’implementazione delle più avanzate funzionalità per la definitiva fusione tra musicisti e fan avvezzi alla tecnologia. Con la colonna sonora techno di Good Times, il primissimo album distribuito dal boss del file hosting Kim Dotcom, suona l’anteprima di Baboom (ex-Megabox): il servizio di streaming più volte annunciato è ora pronto al lancio, entro la fine di quest’anno.


In versione demo, Baboom si presenta al mondo con la pagina dedicata allo stesso Dotcom, per l’ascolto gratuito della sua ultima fatica discografica. Per l’occasione è stato lanciato un contest che premierà con un totale di 15mila dollari i migliori remix audio e video di uno dei brani in tracklist . Nella pagina profilo del founder di Megaupload, il flusso dei cinguettii su Twitter e la possibilità di scaricare gratuitamente le altre opere di elettronica ballabile .

Descritto come una sintesi tra Spotify e iTunes, Baboom presenta un menù a sinistra con quattro opzioni – ricerca, cataloghi, attività e jukebox – ma non si riesce a capire di più. “Questa è solo un’anteprima – si legge in un breve messaggio apparso sul sito – Non perderti il grande lancio”. Dotcom avrebbe voluto lanciare Baboom nel corso di un esclusivo party in occasione del suo 40esimo compleanno, ma l’evento pianificato per oggi alla Vector Arena di Auckland è stato cancellato.

Al di là del dispiacere di Dotcom – il 20 gennaio è la data del raid statunitense contro Megaupload, ormai due anni fa – la cancellazione del cosiddetto Party Party merita una seconda interpretazione “politica”, dopo la fondazione del Partito di Internet con l’obiettivo di conquistare un posto nel Parlamento neozelandese. In una missiva elettronica a tutti gli invitati, lo stesso Dotcom ha ammesso che la grande festa è stata rimandata per evitare problematiche con le leggi elettorali agli antipodi.

In altre parole, il management di Dotcom ha ricevuto una telefonata dalla Commissione Elettorale kiwi, sulla possibile violazione del New Zealand’s Electoral Act che impedisce la fornitura di cibo, bevande o intrattenimento al fine di orientare (direttamente o indirettamente) le intenzioni di voto . Con l’obiettivo di raggiungere il 5 per cento necessario – circa 120mila voti – ad entrare in Parlamento, Dotcom non sfrutterà certo i meccanismi più tradizionali della propaganda, pronto a coinvolgere “i giovani di Internet” a suon di campionamenti e feste pazze.

Mentre Dotcom vuole suonarle all’industria musicale, il lancio di Baboom rischia di aprire un nuovo fronte della guerriglia di mercato per la conquista dello streaming sonico. Fa certamente parte dello scenario il sistema proposto da Beats Music, mentre il gigante Spotify ha deciso di correre ai ripari facendo cadere il vincolo di 10 ore mensili per la versione free su dispositivi desktop. La stessa piattaforma svedese ha ora offerto agli artisti di vendere merchandising senza il pagamento di alcuna commissione sulle transazioni . In aggiunta, il CEO Daniel Ek sta pensando all’introduzione di un innovativo sistema di rilevamento del battito cardiaco per la selezione del brano meglio conforme all’umore del momento.

La contromossa di Rdio non si è fatta attendere: la piattaforma statunitense ha deciso di imitare Spotify e togliere qualsiasi restrizione per l’ascolto in streaming gratuito da dispositivi desktop . I soli utenti a stelle e strisce potranno attingere dall’intero catalogo di oltre 20 milioni di brani per l’ascolto on demand supportato dalla pubblicità. La versione premium resterà con la solita offerta a 9.99 dollari per il menù all-you-can-listen .

Mauro Vecchio

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 20 gen 2014
Link copiato negli appunti