La grande battaglia dello spyware

La grande battaglia dello spyware

EFF ad alzo zero contro la normativa che - dice - è destinata a legalizzare lo spyware, con conseguenze a cascata su tutta la rete. Un caso come quello del rootkit di Sony BMG diverrebbe inattaccabile
EFF ad alzo zero contro la normativa che - dice - è destinata a legalizzare lo spyware, con conseguenze a cascata su tutta la rete. Un caso come quello del rootkit di Sony BMG diverrebbe inattaccabile

Washington – Lo SPY Act va bloccato prima che faccia danni : questo il messaggio dell’ultima iniziativa di Electronic Frontier Foundation , tesa a contrastare l’iter parlamentare della nuova normativa sullo spyware e il badware, software spione progettato per rubare dati all’utente, sparare su schermo pubblicità non richiesta e, più in generale, avere ben poca cura della privacy dei netizen .

La norma è già passata alla Camera bassa del parlamento federale degli USA, e aspetta ora la ratifica definitiva da parte del Senato: e proprio ai senatori si rivolge ” Stop the SPY Act! “, la campagna di sensibilizzazione della EFF sui pericoli insiti nella proposta di legge.

“Si presume che lo SPY Act aiuti a fermare lo spyware, l’ad-aware ingannevole e altri software malevoli” si legge sulla pagina web dedicata all’iniziativa, “ma è improbabile che ottenga alcun risultato positivo e potrebbe in pratica far peggiorare le cose”. L’approvazione dello SPY Act, scrive allarmata EFF, porterebbe al blocco preventivo di cause legali come quella intentata dall’organizzazione nei confronti del rootkit di Sony-BMG . Quello che c’è da fare, suggerisce EFF, è “dire al Congresso di tornare indietro e ridisegnare una legge più accorta”.

Sia la Federal Trade Commission (FTC) che il Dipartimento di Giustizia hanno già ampiamente dimostrato di avere la piena autorità necessaria a perseguire i produttori di spyware/badware , scrive ancora EFF, e lo SPY Act non aggiunge alcuna misura di supporto effettivo all’agire delle due istituzioni. Al contrario esso lavorerebbe in senso contrario, bloccando in anticipo la crescita e la revisione degli statuti in favore degli utenti.

Le azioni di contrasto e prevenzione verrebbero altresì concentrate tutte nelle mani dei “burocrati federali”, sbarrando la strada all’iniziativa di privati cittadini e di organizzazioni come la stessa EFF che vogliano difendere gli interessi del pubblico nelle corti di giustizia. Lo SPY Act “è una mossa sbagliata”, e se il congresso volesse davvero inasprire le norme contro i software malevoli, dovrebbe piuttosto pensare a fornire incentivi agli utenti perché contrastino simili pratiche , suggerisce EFF.

Compito dei Congressmen di Washington sarebbe poi quello di pensare a difendere le società che sviluppano strumenti anti-spyware dalle cause dei produttori di software-spazzatura che, come dimostra il recente caso della citazione in giudizio da parte di Zango contro il produttore di Spyware Doctor, non di rado provano a “rifarsi un nome” proprio a spese di chi aiuta gli utenti a liberare il PC dagli ospiti indesiderati.

“Dopotutto – conclude la EFF – i software per la rimozione del badware stanno facendo molto di più nel proteggere il vostro computer di quello che il governo federale potrà mai voler fare. Sfortunatamente, questa nuova legge non fa niente per aiutare a sostenere tali utili strumenti di difesa”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 14 giu 2007
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