La settimana difficile di Azure

La settimana difficile di Azure

Il cloud storage di Microsoft sperimenta alcune ore di buio. Microsoft risolve il problema e si scusa. Ma il disservizio generale della sua nuvola ha mandato alcuni clienti su tutte le furie
Il cloud storage di Microsoft sperimenta alcune ore di buio. Microsoft risolve il problema e si scusa. Ma il disservizio generale della sua nuvola ha mandato alcuni clienti su tutte le furie

Settimana di passione per il cloud computing di Azure, piattaforma che Microsoft vorrebbe onnipresente e always-on e che invece finisce offline, come molti altri servizi cloud prima di lei, lasciando gli utenti e le aziende privi di connessioni e frustrati persino dall’impossibilità di lamentarsi come si deve con la corporation.

Il disservizio è durato 11 ore, e ha coinvolto buona parte della clientela Azure presente negli Stati Uniti, in Europa e Asia; stando alle spiegazioni fornite da Microsoft , all’origine del problema c’è stata la distribuzione di un aggiornamento per i server di front-end di Azure Storage, un update non andato a buon fine che ha mandato i server in un “loop infinito” inibendo la loro capacità di rispondere alle richieste di accesso da parte degli altri servizi di Azure.

Da Storage dipende l’intera filiera dei sistemi remoti di Azure, quindi l’effetto dell’aggiornamento fallato è stato sperimentato da buona parte dell’utenza della piattaforma con difficoltà a riprendere il normale funzionamento del sistema a causa del traffico.

Microsoft ha chiesto scusa e ha comunicato l’intenzione, in futuro, di gestire gli aggiornamenti – anche se già ampiamente testati prima del deployment , come nel caso in oggetto – distribuendoli a scaglioni piuttosto che su tutti i server in un colpo solo.

Gli utenti, però, non sono soddisfatti e c’è chi chiede di essere rimborsato per la mancata disponibilità della piattaforma di computing tra le nuvole; particolarmente criticato è stato il comportamento di Microsoft nei confronti dei clienti, sia nel modo in cui ha comunicato con chi era coinvolto che in quello con cui ha gestito l’emergenza.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
21 nov 2014
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