La strana febbre dei cavi sottomarini

La strana febbre dei cavi sottomarini

Ancora fibre ottiche che saltano, ventimila leghe sotto i mari. E dopo il quinto episodio, parlare di coincidenza è sempre più difficile. Domande senza risposta, mentre si lavora al ripristino
Ancora fibre ottiche che saltano, ventimila leghe sotto i mari. E dopo il quinto episodio, parlare di coincidenza è sempre più difficile. Domande senza risposta, mentre si lavora al ripristino

Ci sono due navi al lavoro, una nel Golfo Persico e un’altra nel Mediterraneo, per tentare di riparare due cavi sottomarini per le telecomunicazioni saltati la scorsa settimana. Una moria iniziata alla fine di gennaio, quando il FALCON nelle acque antistanti l’Iran aveva cessato di funzionare. Di oggi la notizia che sarebbero saliti a cinque i festoni , così si chiamano a volte in gergo, danneggiatisi inspiegabilmente in meno di due settimane, compromettendo seriamente il traffico Internet mondiale.

Godzilla secondo Bobby Rubio Si tratta di due tratti del SeaMeWe-4 (South East Asia-Middle East-Western Europe-4): il primo collegava Malaysia e India e il secondo nelle acque antistanti Alessandria d’Egitto. Coinvolti anche il FALCON, appunto, colpito nelle vicinanze di Bandar Abbas e il FLAG presente di fronte alle coste di Dubai. È stato reciso anche un altro ramo del FLAG, anche questa volta nei pressi di Alessandria. Tutti sono di proprietà di azienda private.

Se in un primo momento si era parlato di avvenimento casuale, cinque accadimenti del genere a distanza di pochi giorni sono un fatto davvero singolare. Le rotture, per altro, sono avvenute su infrastrutture di età differente , fatto quest’ultimo che farebbe escludere l’ipotesi che in tutti e cinque i casi si tratti di incidenti legati all’usura dei materiali.

In un primo momento, la tesi più accreditata riguardava un possibile incidente dovuto ad un’ancora trascinata sul fondo da una nave in balia del maltempo. Ipotesi tuttavia rapidamente accantonata, dopo che il governo egiziano ha smentito la presenza di qualsiasi imbarcazione nelle zone dove si è verificata la rottura; zone, peraltro, dichiarate off-limits per qualsiasi natante proprio a causa della presenza dei cavi.

Secondo il New York Times , quanto capitato dovrebbe dirottare l’attenzione sulla fragilità della rete telematica attorno al globo: il 90 per cento delle comunicazioni mondiali transita sott’acqua, ed eventi di questo tipo potrebbero avere conseguenze catastrofiche , non solo su Internet ma su ogni tipo di attività commerciale.

Una prospettiva non condivisa da Nicholas Carr , che sul suo blog pone invece l’accento sulla rapidità con cui il traffico web sia stato reindirizzato, riportando online larghe fette di popolazione per alcune ore tagliata fuori dalla rete, anche se il Governo egiziano ha comunque chiesto ai suoi cittadini di cercare di ridurre per qualche giorno le attività online maggiormente avide di banda.

Né Carr, né il NYTimes si sbilanciano sulle possibili cause di questa insolita coincidenza, mentre altrove le ipotesi più disparate prendono piede. Una delle più suggestive si basa sul blocco totale vissuto dall’Internet iraniana durante questi incidenti: le prove generali, sostengono alcuni , di quanto potrebbe accadere in caso di attacco USA . Senza rete, le informazioni su quanto starebbe accadendo impiegherebbero giorni per circolare.

Teorie della cospirazione a parte, altrove si scherza su quanto accaduto: nessuno si azzarda a fare il nome di Godzilla , ma Cloverfield , il nuovo film-reality di JJ Abrams, viene citato spesso e volentieri.

Luca Annunziata

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Pubblicato il 7 feb 2008
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