La TV pubblica e gli hacker dei sette mari

La TV pubblica e gli hacker dei sette mari

I server di PBS finiti nelle grinfie del collettivo LulzSec, non propriamente impressionato da un documentario sui segreti di Wikileaks. La resurrezione del rapper Tupac ha fatto subito il giro della Rete. Insieme ai dati dell'emittente
I server di PBS finiti nelle grinfie del collettivo LulzSec, non propriamente impressionato da un documentario sui segreti di Wikileaks. La resurrezione del rapper Tupac ha fatto subito il giro della Rete. Insieme ai dati dell'emittente

“Ragazzi. Certo che Tupac è vivo. Non avete forse letto l’ultimo articolo della PBS ? Perché mai dovrebbero mentire a più di 750mila seguaci?”. Così uno degli ultimi cinguettii su Twitter del misterioso collettivo LulzSec , recentemente intervenuto sul noto social network per rivendicare una curiosa cyberoffensiva nei confronti del broadcaster statunitense Public Broadcasting Service (PBS).

“Saluti, Internets – si può leggere in un’ironica missiva pubblicata su Twitter dallo stesso gruppo di cyberattivisti – Abbiamo appena finito di vedere WikiSecrets e siamo tutt’altro che impressionati. Abbiamo dunque deciso di far salpare la nostra Lulz Boat verso i server di PBS , per un maggiore… coinvolgimento. Gente, dite ciao ai meandri dei server della Public Broadcasting Service “.

E gli Internets hanno in effetti salutato su pastebin una massiva quantità di informazioni e dati personali, incollata dai membri di LulzSec dopo le picaresche scorribande di Lulz Boat . Ad essere stati rivelati, nomi e indirizzi IP dei server interni di PBS, insieme alle identità di dozzine di blogger. Ma anche indirizzi di posta elettronica e password legate agli account di circa 200 fonti affiliate , ovvero assoldate nella cosiddetta pressroom del broadcaster .

Ma, oltre al danno, c’è la beffa . I membri di LulzSec sono riusciti a piazzare su PBS Newshour un falso articolo dal titolo Tupac è ancora vivo ed è in Nuova Zelanda . Una notizia certo clamorosa se data in prima pagina da una fonte affidabile come quella statunitense. L’improvvisa resurrezione kiwi del rapper – deceduto quasi 20 anni fa – ha immediatamente fatto il giro del web, scalando addirittura le classifiche di Google News.

Alla base dell’attacco sembra comunque esserci un recente documentario di PBS sui segreti del sito delle soffiate Wikileaks. Stando al parere del gruppo – in realtà simile a quello espresso dal founder Julian Assange – il filmato avrebbe presentato una vera e propria distorsione della realtà, evitando di raccontare le reali condizioni in cui vive attualmente l’ex-soldato Bradley Manning .

Tra le gesta compiute dal gruppo LulzSec – che ha poi negato qualsiasi legame con quello più noto degli Anonymous – l’attacco informatico contro il sito giapponese di Sony BMG. Il collettivo aveva successivamente preso di mira Fox.com , rilasciando migliaia di dati relativi ad aspiranti concorrenti del talent show televisivo X-Factor . LulzSec ha ora annunciato una nuova offensiva contro il colosso nipponico, che dovrà prepararsi alla sua apocalisse lulz .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 30 mag 2011
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