Lexmark si arena sulle cartucce rigenerate

Lexmark si arena sulle cartucce rigenerate

Il colosso cala la cresta e per ora deve consentire la realizzazione dei chip che fanno funzionare cartucce non originali sulle sue stampanti. Ma sul caso incombe il DMCA
Il colosso cala la cresta e per ora deve consentire la realizzazione dei chip che fanno funzionare cartucce non originali sulle sue stampanti. Ma sul caso incombe il DMCA


Lexington (USA) – Lexmark ha tentato in ogni modo di impedire ad altre imprese di realizzare e diffondere cartucce non originali per le proprie stampanti, ma ora il giochino che aveva messo a punto le si è rivoltato contro. Per ora.

L’anno scorso il più importante produttore mondiale di stampanti aveva denunciato una piccola società californiana che basava le sue fortune su un chip capace di far funzionare sulle stampanti Lexmark anche le cartucce non originali. Un chip che simulava le funzioni del chip che Lexmark aveva inserito sulle proprie cartucce proprio per impedire tutto questo. Senza i chip, originali o non, quelle stampanti non funzionano.

Ora una corta d’appello federale ha stabilito che la Static Control Components (SCC) può senz’altro riprendere la commercializzazione delle proprie cartucce e chip sostitutivi, abrogando così quanto deciso in un primo giudizio lo scorso marzo.

La denuncia di Lexmark era interamente basata sul Digital Millennium Copyright Act , la legge sul copyright nell’era digitale che, secondo l’azienda, vieta la realizzazione di sistemi studiati per riprodurre surrettiziamente tecnologia brevettata.

Attenzione però. Alla decisione delle scorse ore si è giunti grazie ad una denuncia formulata a sua volta dalla SCC contro Lexmark: secondo i produttori alternativi, infatti, quest’ultima avrebbe abusato della propria posizione di mercato per tentare di monopolizzare il mercato delle cartucce e dando un’immagine totalmente errata dei prodotti SCC.

Il procedimento deve ancora concludersi. Se ora i giudici hanno stabilito che SCC può tornare ad operare è solo perché l’ordinanza di marzo è stata dichiarata un errore ma il caso in sé, se cioè sia lecito o meno realizzare i chip alternativi, rimane da decidere nelle prossime udienze della controversia.

Per il momento, comunque, SCC canta ovviamente vittoria. “Questo – hanno dichiarato i suoi dirigenti – è un caso che crea un precedente perché i giudici hanno sentenziato: le aziende non possono abusare delle leggi sul copyright per creare monopoli elettronici e lucrare sui cittadini di questo grande paese”. Secondo SCC, infatti, le tattiche di Lexmark e di altre imprese di questo livello costerebbero ogni anno miliardi di dollari ai consumatori americani. Da parte sua Lexmark si è limitata a ribadire che difenderà in tutte le sedi il proprio copyright.

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Pubblicato il 28 ott 2004
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