L'Open Source secondo Sun

L'Open Source secondo Sun

Sun lancia una sua versione "commerciale" dell'open source, il community sourcing, e lo fa distribuendo in prima persona una buona parte del suo software sotto questa licenza
Sun lancia una sua versione "commerciale" dell'open source, il community sourcing, e lo fa distribuendo in prima persona una buona parte del suo software sotto questa licenza


Palo Alto (USA) – Si chiama “community sourcing” ed è, se così si può dire, la versione “profit” della filosofia open source affacciatasi sul mercato con l’arrivo di Linux.

La community sourcing di Sun è una licenza che mette pubblicamente a disposizione il codice sorgente delle applicazioni ma ne garantisce al tempo stesso il controllo da parte del proprietario. A differenza infatti delle licenze open source “pure”, quella di Sun obbliga, chi intende modificare e/o ridistribuire il software per scopo di lucro, a pagare delle royalties all’autore.

Sun ha già intrapreso da qualche tempo la conversione di una vasta parte del suo parco software alla licenza community sourcing: gli unici software a cui la licenza non può essere applicata sono quelli che contengono tecnologie licenziate da terze parti.

Secondo Bill Joy, co-fondatore di Sun, il community sourcing dovrebbe incoraggiare e stimolare, attraverso l’autofinanziamento, l’innovazione necessaria per offrire prodotti ad alto livello.

Un esempio lampante di community sourcing legata ad una grossa applicazione è quella che riguarda la StarOffice, una suite per l’ufficio acquisita in tempi recenti da Star Division e dedicata soprattutto al mercato Linux.

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Pubblicato il 23 nov 1999
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